[22/07/2010] News

Relazione della Commissione di vigilanza sulle risorse idriche (Conviri): più ombre che luci

FIRENZE. E' stata presentata alla Camera dei deputati la Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, predisposta dalla Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche (Conviri). Diciamo subito che emergono più ombre che luci: nei prossimi vent'anni occorre investire sui servizi idrici italiani «da 50 a 60 miliardi di euro. Il costo medio per i cittadini è meno di 100 euro all'anno per persona, assai meno di quanto spendono i nostri colleghi europei. Gli investimenti sono necessari anche per eliminare le perdite che oggi disperdono una parte rilevante delle risorse disponibili» è riportato nella Relazione.  

«A fronte di un generale miglioramento conseguente alla applicazione della legge di riforma del 1994, permangono numerose zone d'ombra. Infatti spesso la pianificazione degli interventi necessari a raggiungere una buona qualità del servizio ai cittadini è inadeguata e vengono meno le condizioni di finanziabilità degli investimenti previsti, che vengono realizzati solo in parte-continua la Relazione- Ciò comprensibilmente determina insoddisfazione dei cittadini che lamentano squilibrio tra le bollette pagate e il servizio ricevuto. Per di più oltre un terzo della popolazione si ritrova ancora nella situazione antecedente la riforma, con le vecchie regole e le vecchie gestioni e senza mezzi finanziari».

Secondo il presidente della Commissione Passino «occorre che i cittadini raggiungano la fiducia di un giusto ritorno di quanto pagano e che a tale fine siano ben informati sulle ragioni delle decisioni e sulle aspettative di miglioramento». Un primo commento sulla relazione annuale al Parlamento, della Conviri è stato espresso da  Roberto Bazzano, presidente di Federutility (la federazione che associa il 95% delle aziende di gestione dell'acqua) «Il prof. Passino ha colto nel segno, la sua è una diagnosi corretta, ora serve la terapia: norme stabili che individuino una precisa politica economica per il settore, ponendosi obiettivi di soddisfazione della domanda idrico ambientale, individuando le necessità di investimenti infrastrutturali e di ritorno del capitale. Tra l'acqua che piove dal cielo ed i rubinetti nelle case c'è un sistema industriale complesso, che necessita di una seria regolazione che controlli le tariffe, la qualità del servizio e gli schemi contrattuali tra gestori ed istituzioni locali. Un organismo regolatore che sia indipendente e dotato delle necessarie risorse, non a carico dello Stato» ha concluso il presidente di Federutility. Sull'analisi delle carenze del settore si registrano convergenze. Sulla strada da intraprendere per colmare le lacune le ricette messe in campo sono invece molto distanti.

Torna all'archivio