[23/07/2010] News toscana
LIVORNO. «Un funzionario mi ha detto che non era in grado, non so per quale motivo, di mandarmi una e-mail di conferma per una riunione sulle bonifiche del Sin a Piombino». Adriano Bruschi, responsabile di Legambiente della Val Cornia, racconta con rabbia l'esito di una telefonata con gli uffici della direzione del ministero dell'Ambiente. «Non so come spiegare. Il ministero è nel caos più totale. Dopo il pensionamento di Mascazzini, non c'è ancora un direttore responsabile, non prendono nessuna decisione, i progetti restano chiusi nei cassetti».
Tutto questo, mentre Piombino vive una delle crisi più dure della sua recente storia, Alexey Mordashov un giorno vuol vendere (ieri) e il giorno dopo (oggi) dice di voler presentare un nuovo piano industriale e lo stabilimento ha necessità di soldi freschi per un vero ammodernamento. Un quadro di incertezza, che si va ad aggiungere alle condizioni di "precarietà" del dicastero testimoniate dall'episodio raccontato da Bruschi.
E incertezza su incertezza, la bonifica del Sin, di anno in anno, viene rimandata.
Dalla Lucchini, non vogliono neanche sentirne parlare. Le priorità, per ora, sono altre: vicissitudini finanziare di Severstal (un debito con le banche di 770 milioni di euro), crisi economica, concorrenza dell'acciaio cinese, solo per citarne alcuni, sono i fronti di maggiore preoccupazione. «Solo con un quadro normativo chiaro possiamo affrontare il problema della bonifica che al momento non è all'ordine del giorno» ha spiegato il responsabile delle relazioni esterne di Lucchini.
E come principio generale, in una situazione normale, sarebbe difficile opporsi a una simile posizione. Ma questa non è una situazione normale.
Se consideriamo il contesto da "si salvi chi può" e le intenzioni di vendita riconfermate da Mordashov, la domanda sorge spontanea: chi pagherà se i russi lasceranno? Forse i nuovi arrivati, che per ora non ci sono, e che molto probabilmente, non arriveranno presto. Ma possiamo esserne certi.
Perché oggi nessuno può conoscere le condizioni della cessione che prima o poi verrà. Ecco allora, che il limbo nel quale si è venuta trovare la fabbrica, e non solo per responsabilità dell'azienda, diventa fonte di apprensione e di ansia.
Sul tavolo non ci sono solo le bonifiche. Dalla Lucchini assicurano che alcuni interventi per il miglioramento delle condizioni ambientali sono già stati eseguiti: chiusura delle vasche e installazione di cisterne per le acque di raffreddamento della cokeria, un nuovo sito per lo svuotamento dei materiali di scarto della lavorazioni, un sistema per il trattamento delle acque. Ancora in corso, poi, c'è l'intervento per l'abbattimento dei fumi sia per l'altoforno che per l'acciaieria.
«E' poca roba - sentenzia Bruschi - L'investimento necessario per migliorare la qualità dei prodotti e dell'ambiente si aggira intorno ai 2 miliardi di euro», continua Bruschi. E non finisce qui. La vera urgenza sono, infatti, i nuovi impianti da realizzare (entro il 2012) e l'installazione dei moderni treni finitori. Chi comprerà, insomma, se vuole essere competitivo sul mercato, con uno stabilimento all'avanguardia dal punto di vista ambientale, a Piombino, troverà un bel conto da pagare.
Ieri il governo regionale ha chiesto a Berlusconi di dare un segnale con un piano industriale nazionale. Oggi il presidente della Regione Enrico Rossi, sempre con una lettera, torna alla carica rivolgendosi direttamente al presidente russo Dimitri Medvedev che sarà in visita in Italia nei prossimi giorni.
«Le scrivo - spiega Rossi - per richiamare la sua attenzione sulla vicenda dello stabilimento Lucchini Severstal di Piombino, una vicenda che ci lega al suo paese e che, nello stesso tempo, tocca il cuore della nostra economia. Mi rivolgo a Lei - continua Rossi - nella speranza che possa aiutarci a dare risposte ai lavoratori e alle istituzioni locali che chiedono prospettive industriali certe per questo importante sito produttivo. Le chiedo un intervento diretto su Mordashov per ottenere garanzie sul rispetto degli impregni presi». Impegni rispettati fino a oggi solo in parte.