[27/07/2010] News toscana

Centri commerciali e mobilità pubblica

LIVORNO. I tagli previsti dalla manovra del governo hanno prodotto in queste settimane una litania di conferenze stampa da parte dei singoli comuni capoluoghi insieme alle rispettive aziende di trasporto pubblico locale per presentare un futuro di lacrime e sangue, fatto di bilanci sempre più esangui e di corse da tagliare. E' quindi facilmente comprensibile la risposta stizzita che ha dato l'assessore pratese alla mobilità Roberto Caverni alla petizione firmata da 5mila clienti del centro commerciale  Coop all'interno dell'Omnia center: «Omnia e Coop potrebbero unire le forze e con una spesa di 300mila euro l'anno raddoppierebbero  le frequenze della linea 12, che da san Domenico raggiunge il polo di Reggiana».

Ora a parte il fatto che qualcuno potrebbe gridare l'allarme verso un tentativo di privatizzare il servizio pubblico locale (ma viene anche da chiedersi, se un giorno avvenisse, quanti di quelli che salirebbero sulle barricate salirebbero poi anche sui bus lasciando magari in garage suv e scooteroni di ogni sorta) , quello che davvero fa preoccupare è la mancanza di pianificazione.

Sono ben note le complicate vicende che hanno portato alla nascita della cattedrale nel deserto pratese e al trasferimento della Coop di appena qualche centinaio di metri, ma è semplicemente illogico che si realizzino grandi parchi commerciali senza preventivamente studiarne una mobilità pubblica di supporto, che disincentivi al mezzo privato.

Invece questo accade quasi regolarmente, e ovviamente non solo a Prato: si sconta la mancanza del governo della cosa pubblica, perché il mercato lasciato a sé stesso va dove più gli conviene e quindi da parte dei centri commerciali c'è tutto l'interesse a grandi superfici di vendita vicino a importanti arterie viarie, con grandi aree parcheggio dove lasciare auto sempre più grosse da caricare di buste della spesa sempre più capienti e sempre più varie anche dal punto di vista merceologico.

Senza addentrarci in altre questioni come il consumo del suolo o l'educazione a un consumo più consapevole, è ovvio poi che le responsabilità sono a vari livelli e non riguardano certo solo i comuni: la strategia su aree metropolitane non può che essere regionale (c'è proprio bisogno dei Gigli e del Vis Pathe a Campi Bisenzio, dell Carrefuor a Calenzano e dell'Omnia e dell'Ipercoop a Prato, dell'Ipercoop a Sesto Fiorentino e magari del Multiplex a Novoli?) e in questo senso il codice regionale del commercio varato dalla scorsa giunta ha finalmente messo dei limiti, tanto necessari quanto in ritardo.

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