[30/07/2010] News
ROMA. Come abbiamo più volte argomentato nelle pagine di questa rubrica, la grave crisi economica e finanziaria ci sta palesando ancora di più i palpabili effetti della gravissima crisi sociale e ambientale nella quale siamo purtroppo coinvolti da diversi anni. La crescente e inarrestabile ingiustizia sociale e il sempre più rapido e drammatico declino della salute dei sistemi naturali sono chiari sintomi di una situazione complessivamente insostenibile e della necessità di interventi correttivi molto sostanziali e non più differibili.
Questa quadro complessivo sta favorendo una più ampia e matura riflessione sulle strade da intraprendere, con urgenza, per il nostro immediato futuro e sulla impossibilità di perseguire ancora la strada della continua crescita economica, materiale e quantitativa che va avanti in maniera decisa dalla Rivoluzione Industriale ad oggi.
Tra le numerose riflessioni di analisi e di critica, ve ne sono tantissime che costituiscono riferimenti preziosi di costruttività e di proposte serie, concrete e fattibili. In questo ambito va certamente annoverato l'ultimo interessantissimo rapporto al Club di Roma scritto da Gunter Pauli (Nella foto), economista creativo ed innovativo, che si muove da sempre ed in maniera intelligente "fuori dal coro", attivatore della Zero Emission Initiative presso l'Università delle Nazioni Unite a Tokyo ed oggi presidente della ZERI Foundation in Svizzera nonché membro del Club di Roma. Il rapporto è intitolato "Blue Economy" (vedasi il sito www.blueeconomy.de) e sarà pubblicato in italiano, a mia cura, dalle meritevoli Edizioni Ambiente, questo autunno.
Pauli ci ricorda che nel 2008, nonostante gli effetti della crisi mondiale e della scarsa liquidità, i fondi di venture capital hanno destinato allo sviluppo di "tecnologie verdi" circa 8,4 miliardi di dollari, mentre dieci anni fa ammontavano soltanto a mezzo miliardo di dollari. Ci documenta che le 100 innovazioni che vengono illustrate nel rapporto "Blue Economy", hanno già creato circa 20.000 posti di lavoro. Ma, ovviamente, Pauli è ben consapevole che sebbene tutto ciò sia incoraggiante, si tratta, pur sempre, solo di una goccia nel mare della disoccupazione a livello globale. Cercare di salvare le vecchie industrie e le istituzioni finanziare potrebbe costituire un vero spreco di denaro, mentre investire in innovazioni potrebbe avere un effetto di catalizzazione di cui l'economia mondiale ha davvero bisogno. Anche chi non ha esperienza e una conoscenza limitata dei principi della Blue Economy ha la possibilità di diventare un imprenditore di successo. La crisi offre opportunità uniche di reindirizzare la nostra economia. Negli ultimi due mesi del 2008, solo nei paesi emergenti, la crisi finanziaria ha provocato la perdita netta di circa 50 milioni di posti di lavoro. Se la crisi continua, potrebbe condannare all'estrema povertà altri 200 milioni di persone. Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, il numero dei "lavoratori poveri" potrebbe raggiungere 1,4 miliardi, ovvero metà della popolazione attiva dei paesi in via di sviluppo. Come possiamo tollerare tale spreco di talento umano? Ci dobbiamo concentrare urgentemente sulle soluzioni che possono cambiare la vita di molti. Garantire la sicurezza dei mezzi di sussistenza significa che ogni individuo può procurarsi cibo, un tetto, comfort, mantenere la propria famiglia e vivere in maniera dignitosa e soddisfacente grazie al proprio lavoro.
Gunter Pauli illustra un portfolio di straordinarie innovazioni che imitano ciò che ha luogo in natura e che possono offrire un futuro migliore e ricco di potenzialità e di diversità.
Negli ultimi due decenni, importanti studiosi e ricercatori hanno illustrato i progressi descritti in questo libro. Presentati da vari ricercatori, gli esempi della tecnologia ispirata alla natura sono stati promossi in tutto il mondo. Molti ricercatori e inventori di grande talento e ingegno hanno contribuito alla crescita e all'interesse in questo campo. Quando la prima campagna di sensibilizzazione per la biomimesi acquistò rilevanza internazionale, grazie anche a figure come Janine Benyus fondatrice e presidente del Biomimicry Institute ed autrice del volume "Biomimicry: innovation inspired by nature" pubblicato nel 1997, si cominciarono a stanziare fondi per studiare innovazioni che avrebbero potuto indirizzare l'industria verso la sostenibilità. I mezzi di comunicazione descrissero tali innovazioni in storie accompagnate da foto e filmati meravigliosi. Le presentazioni televisive ebbero grande successo e il pubblico era impaziente di scoprire nuove tecnologie ispirate alla natura, realmente inimmaginabili per l'uomo.
Gunter Pauli ricorda che i dirigenti delle grandi aziende rimasero indifferenti. A parte poche eccezioni, specialmente in Germania e in Giappone, i leader industriali non riuscirono né ad adottare né a promuovere alcuna di queste tecnologie. La risposta dell'industria a tali possibilità fu pressoché solo formale, ignorando quasi del tutto le proposte. I dirigenti d'azienda applaudirono le presentazioni di queste opportunità meravigliose, mostrarono forte interesse ma poi tornarono nei loro uffici e continuarono come se niente fosse. All'Expert Panel on Solutions for Climate Change organizzato a New York dal vicepresidente Al Gore nel gennaio 2008, era normale sentir dire che benché il venture capital fosse interessato alla biomimesi, gran parte delle innovazioni proposte erano semplicemente "troppo diverse per destare l'interesse del mondo reale ". Forse è vero proprio perchè queste innovazioni cambiano radicalmente l'attuale modello economico e gli esperti economici che non possono o non vogliono adattarsi hanno una conoscenza limitata di questi nuovi metodi e ben poco in comune.
Secondo Pauli ed il suo rapporto è un'ampia trattazione di questo tema, se si vuole veramente creare un nuovo modello economico profondamente ispirato alle soluzioni naturali che si sono evolute in miliardi di anni di evoluzione, non è sufficiente partecipare a conferenze, leggere rapporti, guardare documentari pieni di colori e riflettere sulle possibili connessioni. Se si vuole passare dalle parole ai fatti bisogna superare un grande ostacolo, impiegare in modo competitivo e strategico queste innovazioni in un'economia aperta, sostituendo l'attuale modello di produzione e consumo malato e insostenibile con qualcosa di meglio.
Perché i nostri dirigenti d'azienda non colgono queste opportunità? Ci sono abbastanza imprenditori per cambiare i nostri sistemi economici in modo che le nostre società possano andare oltre comportamenti che promuovono i consumi e depauperano le risorse a nostra disposizione?
Certamente, la varietà di innovazioni disponibili favorisce questo cambiamento economico di cui c'è un effettivo e chiaro bisogno. Secondo Gunter Pauli l'opportunità di generare posti di lavoro nella nuova economia non si baserà sugli studi dell'efficienza che nel 19° e 20° secolo hanno incrementato la produttività del lavoro e delle risorse. Sarà l'eco-fattura e non la mani-fattura a generare nuovi posti di lavoro. Ancora oggi molte aziende operano secondo gli insegnamenti della dottrina economica consolidata che non incoraggia a pensare in modo alternativo, "fuori dal coro".
Pauli spiega molto bene alcuni meccanismi di fondo che impediscono il cambiamento. Prendiamo, ad esempio il mercato dei prodotti adesivi. Ci sono centinaia di colle e adesivi sul mercato, dominato da mega società, come la 3M. La Henkel, un'azienda tedesca, commercializza prodotti adesivi derivati dall'amido vegetale. In realtà, il mercato è sommerso di "soluzioni". La domanda mondiale di adesivi e sigillanti genera un giro d'affari di circa 50 miliardi di dollari l'anno. Solo in Europa, ogni anno, l'industria degli adesivi e dei sigillanti investe 200 milioni di dollari in ricerca e sviluppo. Questo vasto mercato con un potenziale di ricerca enorme è concentrato nelle mani di poche aziende che hanno già una ricchissima gamma di prodotti; diventa così difficile per un nuovo prodotto, per quanto creativo e attraente possa essere, ritagliarsi una sua nicchia e spiazzare gli altri dagli scaffali, farsi spazio nei cataloghi di vendita o attirare l'attenzione degli acquirenti. Un articolo su "Time" o su "The Economist" può offrire una certa visibilità, ma se non è accompagnato da un modulo d'ordine, fa poca differenza. Ma Pauli ci ricorda che, nonostante le tante soluzioni che un giorno potrebbero sostituire i prodotti insostenibili attualmente in vendita, è improbabile che i leader di mercato sostengano tali cambiamenti in un prossimo futuro.
Questo evidenzia un altro aspetto dello sviluppo e del mantenimento della quota di mercato che può ostacolare o arrestare l'accesso di un prodotto al mercato convenzionale. Se un nuovo prodotto venduto in mercato di nicchia è percepito come una minaccia per il mercato tradizionale, i giganti del settore possono cercare di acquistare l'attività emergente e brevettarne le tecnologie. All'inventore viene offerto un lauto compenso e la nuova tecnologia può essere semplicemente insabbiata e non raggiungere mai i consumatori, semplicemente perché perturberebbe un esistente flusso di cassa e margine di profitto.
La Polistes dominula, una specie di vespa nativa dell'Europa centrale è dotata di pinze con le quali riesce a scomporre il legno meccanicamente. Successivamente mangia questi pezzi di legno e li mescola con i suoi succhi gastrici acquosi. Questo processo accorcia chimicamente le fibre del legno. Durante l'essicazione, l'acqua evapora, le fibre di cellulosa formano uno strato e l'adesivo s'indurisce. Il nido è pronto.
Contrariamente alla Polistes dominula che utilizza un adesivo a base d'acqua, l'adesivo usato dalle api da miele per costruire il favo contiene cera. La cera è liquida alla temperatura corporea delle api. Solo raffreddandosi si solidifica e aderisce. La cera delle api presenta quindi le caratteristiche ideali dei moderni adesivi, per esempio, si scioglie con il calore. È senza solventi e può essere applicata allo stato liquido. Le larve dei Cirripedi possono aderire praticamente a qualsiasi materiale solido nel mare. I Cirripedi sono crostacei marini il cui corpo è racchiuso in un involucro costituito da parecchi pezzi calcarei che vivono fissati agli oggetti sommersi mediante un peduncolo carnoso che secerne una speciale sostanza cementante prodotta da alcune ghiandole. Tale secrezione è un adesivo reattivo molto resistente all'acqua. Il cirripede continua a secernere nuovo adesivo per assicurarsi un'adesione costante.
La sola concorrenza nel settore dei collanti e degli adesivi dimostra come vi sia un'abbondanza di soluzioni naturali e come quindi anche un team di avveduti amministratori possa avere difficoltà a scegliere l'innovazione da sostenere. Una vera "economia verde o blu" può essere avviata solo con una significativa "rivoluzione culturale" e vi è perciò un bisogno estremo di capacità innovative "fuori dal coro".