[30/07/2010] News
FIRENZE. Legambiente ha distribuito le sue "bandiere" anche in montagna, sulle Alpi. Sono nove le bandiere nere consegnate per denunciare le situazioni più significative di degrado e cementificazione e nove quelle verdi per premiare i comuni e gli enti montani virtuosi che hanno attuato buone pratiche.
I riconoscimenti (più o meno ambiti) saranno consegnati dalla IX spedizione della Carovana delle Alpi, la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ogni anno effettua il "check up" dell'ambiente alpino con un'attenzione particolare al tema della biodiversità.
«La biodiversità alpina è minacciata dagli effetti del cambiamento climatico e delle trasformazioni del territorio - ha sottolineato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - ma fenomeni come il ritorno dei grandi predatori indicano le Alpi come un sistema vivo e dinamico, che richiede appropriate politiche di gestione del territorio. Per questo siamo estremamente preoccupati dai tagli annunciati alle aree protette- ha continuato il presidente- e pensiamo debbano essere sviluppate strategie territoriali più sostenibili di quelle del recente passato. Occorre investire nel mantenimento e nel sostegno alle attività agricole e d'alpeggio e dire basta al turismo di rapina che ha portato solo tante colate di cemento, favorendo ben poco lo sviluppo dell'impresa turistica».
Tra le cause dell'assegnazione dei vessilli neri, da parte dell'associazione ambientalista, al primo posto la speculazione edilizia con la cementificazione d'alta quota. E' il caso della Regione Valle D'Aosta che conquista la bandiera nera grazie alle sue leggi regionali, che prevedono di ampliare del 40%, alberghi, bar e ristoranti, compresi quelli che sorgono in zone tutelate, ma anche per trasformare la ricettività turistica in più banali seconde case.
Cemento anche in Lombardia, dove le bandiere nere vanno al comune di Castione della Presolana (Bg) che ha adottato un PGT con 300.000 mc di aree edificabili e a Foppolo che "investe" in seconde case. Due bandiere nere vengono assegnate anche in Piemonte: al comune di Acceglio (Cn) per il danno ambientale ed idraulico arrecato al torrente e alla borgata storica di Chiappera e a Casalborgone (To) per aver dato la possibilità di organizzare attività con veicoli fuoristrada in un Sito di interesse comunitario (Bosco del Vaj e Bosc Grand). Le bandiere nere non risparmiano nemmeno il Friuli Venezia Giulia: una è andata alla società Edipower per il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago che devasterebbe il lago naturale di Cavazzo, mentre l'altra è stata consegnata alla Regione per l'ipotesi di realizzare un'arena da 5mila posti per lo sci di fondo sul Monte Zoncolan, già ampiamente sfruttato. Infine, per il Veneto, la bandiera nera va al comune di Sant'anna D'Alfaedo (Vr).
La Carovana delle Alpi di Legambiente si sposterà lungo l'intero arco alpino italiano per sollecitare i cittadini, le forze economiche e le istituzioni a rendersi protagoniste della sfida della qualità ambientale ed il messaggio dell'associazione guarda anche oltre confine: la tutela della più grande catena montuosa europea è responsabilità della comunità delle nazioni che condividono questa preziosa risorsa di natura e di cultura attraverso la Convenzione internazionale per la Protezione delle Alpi, che l'Italia ha ratificato nel 1999 ma che, fino ad ora, non ha attuato.
«Da undici anni in Parlamento assistiamo ad un indecente rimbalzo dei protocolli della Convenzione delle Alpi, ormai siamo l'unico Paese europeo ad essere estraneo al tavolo di lavoro alpino - ha informato Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente - Purtroppo la politica nostrana continua ad essere lontana dai problemi delle montagne, che restano ostaggio delle lobby: dagli autotrasportatori che intasano i valichi agli operatori dello sfruttamento idroelettrico, ai costruttori di seconde case e agli operatori del turismo invernale, sempre a caccia di finanziamenti pubblici per infrastrutture che deturpano i paesaggi più delicati per riproporre formule di turismo ormai decotte».
L'altra faccia della medaglia è rappresentata dalle buone pratiche che vengono attuate per tutelare la più grande catena montuosa d'Europa. La bandiera verde più importante è stata consegnata nel Parco Alpi Marittime al Centro faunistico "Uomini e Lupi", interamente dedicato al lupo. Il progetto è di enorme rilevanza e non solo perché è il primo a livello italiano, ma soprattutto perché dà la giusta attenzione al rapporto che il predatore ha con l'uomo.
Un'altra bandiera verde che si distingue per l'efficacia del progetto è andata alla Cooperativa "Donne di Montagna" di Ornica (Bg) in Lombardia, che ha saputo sviluppare un'idea coinvolgente di albergo diffuso e di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle risorse culturali ed umane, reagendo dinamicamente allo spopolamento di un paese di montagna. Poi molte segnalazioni sono arrivate per il lavoro svolto sul tema delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. A fregiarsi in questo caso della bandiera di Legambiente sono stati, in Valle D'Aosta, il comune di Saint-Denis (Ao), in Lombardia, il comune di Rovetta (Bg) e in Liguria Molini di Triora (Im), ma anche iniziative private, come quella della casa ecologica "a km zero" di Prato Carnico (Ud).