[30/07/2010] News
FIRENZE. E' stato approvato oggi dal Consiglio dei ministri, il decreto legislativo di recepimento della direttiva comunitaria sulla qualità dell'aria (2008/50/CE) del maggio 2008, che disciplina l'intera materia della valutazione e gestione della qualità dell'aria nei paesi Ue. Con la norma vengono fissati i valori e gli obiettivi di qualità dell'aria da raggiungere o da perseguire per biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, particolato PM10, particolato PM2.5 e l'ozono.
Due gli obiettivi che dovrebbero essere raggiunti: la razionalizzazione delle attività di valutazione e di gestione della qualità dell'aria, secondo canoni di efficienza, efficacia ed economicità, e la responsabilizzazione di tutti i soggetti interessati all'attuazione delle nuove disposizioni sulla base di un preciso riparto delle competenze.
E' prevista, inoltre, la possibilità di ricorrere a misure nazionali qualora da un'apposita istruttoria risulti che tutte le possibili misure individuabili dalle regioni nei piani di qualità dell'aria non siano risolutive, in quanto i superamenti sono causati in modo decisivo da sorgenti di emissione su cui le regioni non hanno competenza amministrativa e legislativa. In tal caso si procede all'adozione di misure di carattere nazionale sulla base dei lavori di un comitato da istituire presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sulla filiera delle responsabilità pare che ci sia un po' di confusione e anche contrasti almeno con i comuni. L'Anci nei giorni scorsi aveva bocciato lo schema di decreto. In particolare non è piaciuta la riproposizione del vecchio modello normativo in cui le Regioni sono i soggetti che individuano e impongono ai comuni l'attuazione delle misure volte al miglioramento della qualità dell'aria, senza nessun tipo di consultazione preventiva con gli Enti locali.
Se i comuni non rispondono sono le Regioni a sostituirsi nell'attuazione delle misure, lasciando però al sindaco la responsabilità della tutela della salute dei cittadini, con le conseguenze anche penali che ne derivano. Questo passaggio ovviamente non è piaciuto ad Anci che voleva coinvolgere gli enti locali nel ciclo di programmazione e realizzazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria. Avere la responsabilità senza poter decidere nulla, non fa piacere a nessuno.