
[02/08/2010] News toscana
FIRENZE. In base ai dati riportati nella Relazione annuale sullo stato dei servizi idrici per l'anno 2009, che è stata presentata alla Camera dei Deputati dalla Commissione nazionale di vigilanza sull'uso delle risorse idriche, la Toscana sembrerebbe godere di ottima salute. Il confronto è stato fatto su un campione di 16 regioni e di 54 Ato su 90. Nello specifico i dati positivi sullo stato organizzativo del servizio toscano, riguardano in particolare gli investimenti per il miglioramento del servizio.
Le Ato toscane sono quelle che investono di più in Italia, per un totale di 808 milioni di euro, seguite da Emilia Romagna e Piemonte che investono in proporzione circa la metà dei fondi (494 e 362 milioni). Sebbene il campione delle Ato toscane considerate comprenda l'11% delle popolazione, il totale degli investimenti regionali (comprensivi di fondi pubblici e da tariffa) è pari al 24,4% di quelli nazionali (circa 3.308 milioni di euro) e sale al 27,8% se si fa riferimento ai soli fondi da tariffa.
Per quanto riguarda l'incidenza dei finanziamenti per abitante, la Toscana ha il più alto livello di investimenti in relazione alla popolazione interessata, pari ad una media regionale di 238 euro ad abitante, a fronte di una media nazionale di circa la metà (107 euro), corrispondente a 39 euro all'anno per ogni cittadino toscano. Buoni risultati anche sulla realizzazione dei progetti e sulle perdite di rete.
La percentuale di realizzazione regionale supera l'78%, con una punta del 105,7% nell'Ato 4, e pone la Toscana al quinto posto in termini di rispetto delle programmazioni, mentre quella relativa alle perdite di rete pone gli Ato toscani in linea con la media nazionale, con un valore prossimo al 38% (e questo non è sicuramente un dato positivo, evidentemente non si è investito su questo fronte).
I dati, seppur relativi, rimangono dati e quindi non contestabili se non con altri dati. La sensazione è che ci siano sicuramente in giro per l'Italia situazioni peggiori di quella toscana anche per il settore idrico. La percezione dei cittadini però è anche un'altra, considerato che la Toscana è una delle regioni in cui sono state raccolte più firme per il referendum sull'acqua pubblica (più di centomila) e sicuramente non tutte apposte per questioni ideologiche. Sono anche testimonianza di una volontà di cambiare modello di governo per l'acqua (e qui si va ben oltre rispetto alla diatriba pubblico-privato che riguarda solo il gestore).
Inoltre sul territorio ci sono ancora molte criticità segnalate riguardanti l'approvvigionamento idrico carente, la qualità dell'acqua che arriva al rubinetto, la qualità dell'acqua che viene restituita all'ambiente che non raggiunge livelli adeguati di depurazione. Ma i dati sono quelli riportati e allora se sono veri, abbiamo fatto bene a parlare di "percezione" perché può darsi che sia una questione di comunicazione, che probabilmente non è di qualità eccelsa da parte degli Ato e dei gestori. Se ciò è vero su questo aspetto sarebbe necessario investire.