[03/08/2010] News toscana
CAPANNORI (Lucca). Sebbene da oltre un decennio nel Nord e nel Sud d'Italia sia siano diffuse numerose esperienze di raccolta domiciliare dei rifiuti solidi urbani, con punte del 70-80% di differenziata, fino a pochi anni fa nessuno aveva scommesso sul "Porta a porta" in Toscana e quasi nessuno nel centro Italia.
Nel 2005 il Comune di Capannori decide di avviare una sperimentazione eliminando definitivamente i cassonetti dalle strade di alcune frazioni, con un percorso di sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini che non aveva avuto eguali nella storia del comune di 46.000 abitanti in Provincia di Lucca. Decine di incontri pubblici, riunioni, assemblee in bar, parrocchie, circoscrizioni e a volte anche nei condomini per condividere, tra Amministrazione, Azienda e cittadinanza una sfida che guardasse alla sostenibilità dei nostri comportamenti, dei nostri stili di vita e al riciclo di tutti i nostri scarti. Perché se è vero che le discariche non sono infinite e anche le materie prime iniziano a scarseggiare, anche la Legge Europea e nazionale impongono di raggiungere standard ambientali nella gestioni dei rifiuti ormai incompatibili con il modello a cassonetto. L'obiettivo nazionale è stato fissato, infatti, al 65% di differenziata entro il 2012 e la Regione Toscana l'ha anticipato, definendo il target entro la fine del prossimo anno: obiettivi raggiungibili solo con una raccolta differenziata spinta. Per i comuni che non raggiungono questi minimi obiettivi, oltre a esser costretti a rimanere al "guinzaglio" di chi decide i sempre crescenti costi di smaltimento in discariche e inceneritori, si aggiungono anche le Ecotasse che inevitabilmente cadranno sulle tasche dei rispettivi cittadini.
L'esperienza Capannorese ha suscitato clamore e creato molte aspettative, tutte soddisfatte da un bilancio positivo fatto di oltre 50 nuove assunzioni, tariffe tra le più basse a livello regionale per la cittadinanza, diminuzione drastica della quantità di rifiuti a smaltimento: 20.000 tonnellate nel 2004 e nemmeno 7.000 nel 2009. Il risparmio dello smaltimento (in discariche e inceneritori) per questi 5 anni è stato di oltre 4,5 milioni di euro, risorse investite in lavoro, mezzi ecologici e formazione e sensibilizzazione degli operatori e della cittadinanza.
Dopo l'esperienza Capannorese anche tutti i comuni limitrofi hanno adottato il Porta a porta con gli stessi benefici (Porcari, Altopascio, Montecarlo, Villa Basilica, Pescaglia...) e con moltissimi altri comuni toscani si è instaurato un rapporto che ha visto nascere la raccolta domiciliare in tanti comuni della Versilia, così come a Montespertoli (oggi il primo comune in Toscana per raccolta differenziata).
Il percorso della sostenibilità a Capannori è stato arricchito da oltre 10 progetti attivati per la riduzione della produzione dei rifiuti che ha visto nascere e moltiplicarsi distributori automatici di latte, di detersivi negli esercizi commerciali, di fontanelle dell'acqua pubblica, di mercatini dello scambio e del riuso etc etc... I prossimi passi saranno l'attivazione della Tariffa puntuale in via sperimentale nel 2011 e definitiva dal 2012 potendo così legare la tariffa alla produzione effettiva del rifiuto indifferenziato da parte delle famiglie e l'impianto di compostaggio, sempre più essenziale per chiudere il ciclo del riciclo e che al momento (in attesa di avere l'autorizzazione sul sito) viene inviato all'impianto di Montespertoli.
Proprio pochi giorni fa è stato pubblicato il Rapporto 2009 di Legambiente "Comuni Ricicloni" e anche in Toscana ormai sono molti i comuni piccoli e medi che hanno affrontato e vinto la sfida del "Porta a porta" con ottimi risultati, mancano invece all'appello, nel Centro Italia ed in Toscana i grandi comuni che, come Novara al Nord o Salerno al Sud abbiano superato, chiaramente con la raccolta domiciliare, il 60 o 70% di raccolta differenziata.
Quella che abbiamo davanti non è una sfida a chi arriva primo né solo un obbligo di legge, ma una necessità della politica e delle istituzioni di affrontare seriamente il tema della sostenibilità, limitando al massimo e sempre più sia lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati sia il consumo di materie prime, con gli acquisti verdi, la differenziazione degli scarti e con progetti che coinvolgano sempre più la cittadinanza.
Capannori ha affrontato la sfida definendo l'obiettivo Rifiuti Zero al 2020 e i dati dimostrano che non è un'utopia per pochi ambientalisti convinti ma è un obiettivo di sostenibilità sposato da città del calibro di San Francisco negli USA e da aziende multinazionali come la Xerox, e che si può concretare con un impegno forte sia riciclo che sulla riduzione, mettendo assieme vantaggi economici, sociali ed ambientali per le comunità locali. Da qui passa la sfida per costruire una società che disegna un futuro sostenibile e vuole evitare di finire sotto montagne di scarti sprecando inutilmente lavoro, materie prime ed energia.