[04/08/2010] News

Accordo Yasuni-Itt: l'Equador rinuncia ad estrarre il petrolio in cambio di finanziamenti. Partecipa anche l'Italia

LIVORNO. L'Ecuador e l'United Natons development programme (Undp) hanno firmato il protocollo d'intesa per l'amministrazione e gli altri servizi relativi al fondo Yasuní Itt, che prevede il mantenimento indefinito nel sottosuolo delle riserve dei giacimenti petroliferi ecuadoriani di Ishpingo, Tambococha e Tiputini.

L'iniziativa Yasuní-Itt è stata annunciata nel 2007 dal presidente dell'Equador Rafael Correa davanti all'Asamblea Nacional e punta, in cambio di risarcimenti e incentivi internazionali, a mantenere in definitivamente non sfruttate le riserve petrolifere del parco nazionale di Yasuní, dove vivono 2.274 specie di alberi e che ospita in un solo ettaro di terreno 655 specie, più di tutte le specie di alberi presenti in tutti gli Usa e in Canada.

Con questo accordo l'Equador spera di portare nelle casse del Paese almeno 3 miliardi e 600 milioni di dollari in cambio del non sfruttamento del 20% delle sue riserve di greggio presenti in quest'area protetta dell'Amazzonia.

Il documento è stato firmato dal ministro degli esteri dell'Equador, Ricardo Patiño, e da Rebeca Grynspan per l'Undp. Alle loro firme si sono aggiunte quelle di due "testimoni" di eccezione: quella del vicepresidente della Repubblica Lenin Moreno e del ministro al coordinamento del patrimonio María Fernanda Espinosa. Una nota del governo di Quito riportata dall'agenzia Andes spiega che «Con questo strumento si vogliono mantenere sottoterra 846 milioni di barili di petrolio nel parco Yasuní. E il Paese potrà ricevere gli apporti dei Paesi contribuenti, tra i quali si distinguono Germania, Belgio, Unione Europea, Italia e Spagna».

La partecipazione italiana è abbastanza singolare (ma anche gli altri non scherzano) visto che fioriscono le concessioni in patria per estrarre petrolio a mare e a terra perché sarebbe necessario per la nostra indipendenza energetica e perché chi pensa che il petrolio non vada estratto è un folle romantico... ma poi paghiamo l'Equador per non farlo.

Patiño ha sottolineato il fatto che «Tutti gli equadoriani sono soci e questa iniziativa è un modello di sviluppo che aiuterà a combattere la povertà e permetterà di conservare la biodiversità».

Secondo la Grynspan, «Questa è un'iniziativa innovatrice sul cambiamento climatico ed offre un'altra prospettiva. L'interesse intorno all'iniziativa rappresenta un buon augurio per poter replicare in futuro questo modello ecuadoriano ad altre latitudini. Ringrazio il governo per aver scelto l'Undp come amministratore di questa iniziativa. L'Undp ha una storia che dimostra un'amministrazione trasparente e dimostra la capacità di rendere conto di questo fondo fiduciario».

L'iniziativa Yasuní-Itt permetterà di evitare di scaricare nell'atmosfera 407 milioni di tonnellate di CO2, una quantità maggiore delle emissioni annuali di Paesi come Brasile o Francia.

La Espinosa ha definito Yasuní-Itt «Un importante progetto che fa parte dello sforzo per avere un pianeta e un Paese "para ahora y el futuro". Stiamo firmando il vero atto di nascita dell'iniziativa Yasuní-Itt, è la prima pietra miliare, il primo grande passo. Il Paese ha dato di sé una grande immagine, in questa che è stata sempre vista come una missione per combattere il cambiamento climatico, come un messaggio che un altro mondo è possibile. La possibilità di contare sul meccanismo del fondo, offre chiarezza nel prendere decisioni e nelle linee di investimento, nei sistemi di monitoraggio e nelle garanzie necessarie, per i contribuenti e per l'Equador che sono i principali partecipanti. Il fondo sarà usato per conservare i patrimoni naturali, per conservare la biodiversità del Parque Nacional Yasuní e saranno anche investiti in progetti che contribuiranno al benessere dei popoli amazzonici ed alla copertura delle necessità di base. L'iniziativa si basa su un cambio di modello di paradigma, proponendo un uso responsabile delle risorse naturali. Ora il gruppo negoziatore potrà concretizzare i contributi internazionali. L'Equador ed il pianeta hanno bisogno della corresponsabilità per affrontare il cambiamento climatico».

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