[17/08/2009] News

Regioni, parchi e paesaggio

PISA. La regione Piemonte ha recentemente approvato una nuova legge sui parchi e le aree protette. Si tratta di un vero e proprio testo unico che sfoltisce e semplifica una normativa che negli anni era diventata inevitabilmente di difficile gestione. Il felice approdo dopo un lungo percorso che ha coinvolto il sistema istituzionale in un serrato e positivo confronto è subito incappato in una impugnativa del governo su proposta del ministro Raffaele Fitto perché la legge, fra le altre cose, ‘assegna ai soggetti gestori delle aree protette la finalità di tutelare e valorizzare il patrimonio storico-culturale e architettonico, violando così l'art 118 della Costituzione, così come attuato dal Codice dei beni culturali'. Tutto ciò non è conforme in particolare alle previsioni dell'articolo 145 del nuovo Codice ‘che stabilisce il principio di prevalenza del piano paesaggistico sulle altre disposizioni previste per le pianificazioni di settore'.

Non sarà inopportuno ricordare che poco più di un anno fa il governo impugnò con altrettanta e insolità tempestività la legge regionale del Piemonte con la quale veniva istituito il parco fluviale del Gesso-Stura che assegnava all'area protetta il compito di predisporre il piano anche per la parte paesaggistica come la legge piemontese prevedeva da decenni e così pure la legge quadro 394.

Insomma dalla Bozza Calderoli per il nuovo codice delle autonomie si è riusciti a far cancellare il cervellotico art 10 che prevedeva l'abrogazione dei parchi regionali ma Roma miope più che ladrona non demorde se si tratta di mettere i bastoni tra le ruote anche nelle situazioni che più felicemente hanno dimostrato si saper pianificare il territorio.

Chissà se questo nuovo sabotaggio governativo indurrà finalmente qualcuno dei tanti fans del nuovo Codice dei beni culturali a capire quali danni esso arrechi e proprio alla tutela del paesaggio nelle aree più pregiate e delicate quando lo si separi dalla tutela della natura. Se quel qualcuno ne volesse una riprova e conferma può andarsi a leggere la motivazione con la quale a Siviglia nello scorso giugno l'Unesco ha proclamato le Dolomiti ( 142.000 ettari) patrimonio dell'umanità.

Un territorio ove operano i parchi provinciali e nazionali più noti a famosi delle alpi e che è stato premiato con il prestigioso marchio per ‘la buona pratica' con cui ha saputo gestire natura e paesaggio e non certo in base all'art 145 che separa quello che sulle Dolomiti è stato saggiamente e responsabilmente raccordato perché i piani dei parchi non sono assolutamente piani di ‘settore'.

A questo punto vorrei riferirmi alla adozione da parte del Consiglio regionale toscano del Piano sul Codice del paesaggio che dopo i termini previsti sarà approvato in via definitiva.

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