[17/08/2009] News toscana

Gw e Toscana, l'estate bollente diventerà estate record?

FIRENZE. Due volte a maggio, una a giugno, 14 a luglio e, per ora, 12 volte in agosto: sono state finora 29 le giornate in cui la temperatura massima a Firenze (stazione: Orto Botanico - dati Biometeo.it) ha raggiunto o superato i 34° C. Il record storico, secondo dati Lamma, appartiene al 1940, quando la soglia venne superata per 42 volte, ma va citato anche il dato per cui in media, annualmente, questo valore viene superato per 11,3 giornate.

Siamo quindi, nel capoluogo toscano, in un contesto estivo spiccatamente sopra media, per quanto attiene agli estremi superiori di temperatura, e non è escluso che, se proseguirà il trend, si possa giungere infine a superare il record storico annuale di massime sopra il valore soglia citato.

E' questo un dato molto pesante, che rappresenta la traduzione statistica di una configurazione meteorologica che, instauratasi sulla penisola a metà luglio, non accenna ad attenuarsi e anzi nei prossimi giorni è destinata a rafforzarsi: come visibile nell'immagine, infatti, l'Italia è attualmente avvolta da un promontorio di alta pressione di prevalente matrice africana, e questo comporta l'afflusso di aria molto calda che poi, attraversando il Mediterraneo, si carica di umidità che trasporta poi verso la penisola.

Per la Toscana, così come per la val Padana, ciò si traduce in temperature molto elevate e in una sensazione di afa che è destinata ad accentuarsi nei prossimi giorni. Il motivo è legato alla direzione che le correnti atmosferiche assumono in conseguenza di configurazioni di questo tipo, e cioè una direzione prevalente meridionale o occidentale (sia nord-ovest che, soprattutto, sud-ovest): la disposizione delle montagne intorno alla regione (situate prevalentemente ad est e a nord della Piana fiorentina e del lucchese) comporta l'intercettazione delle correnti, con conseguente intrappolamento del calore e dell'umidità che, se in un contesto di pressione più bassa porterebbero a temporali, in questo caso porta ad un aumento della sensazione di afa.

Come noto, l'arrivo dell'anticiclone africano sull'Italia è evento sempre più frequente, in conseguenza della progressiva sostituzione che esso sta attuando nei confronti del più fresco anticiclone delle Azzorre. Il fenomeno, che se avvenisse sporadicamente potrebbe essere legato ad una normale oscillazione climatica (va ricordato infatti, che in climatologia il concetto di "normalità" è ben più aleatorio che in meteorologia, e l'estate italiana ha da sempre, per ovvi motivi geografici, vissuto ondate di calore provenienti dall'Africa), si sta invece riproponendo sempre più spesso.

Il nesso con il global warming è ormai appurato: il maggiore calore che giunge all'equatore comporta un incremento di potenza della cella di Hadley, il meccanismo atmosferico di trasporto dell'energia verso le zone temperate, e questo fornisce una maggiore "spinta" all'aria africana per risalire verso nord in estate (e non solo, poichè il fenomeno ha influito anche sul "non-inverno" 2006/07). A questo va aggiunta la tendenza alla meridionalizzazione dei movimenti delle masse d'aria, cioè il fenomeno per cui al normale flusso zonale delle masse d'aria (cioè prevalentemente sulla direttrice est-ovest, per la rotazione terrestre) si sta sostituendo sempre più spesso un flusso, appunto, meridiano, cioè sulla direttrice nord-sud.

Questi due elementi, insieme, portano a una sempre maggiore insistenza delle masse d'aria di origine africana sull'Italia e, come detto, sulla Toscana, con conseguenze significative in tutta la regione ma con un'incidenza particolare proprio sulla piana fiorentina. Ed ecco che l'estate toscana, specialmente nelle zone interne e nelle ore notturne, sta diventando sempre più calda e afosa, con conseguenze che sono individuabili nella crescita del fabbisogno energetico, nell'aumento delle problematiche legate alla salute, nella disponibilità idrica (anche alla luce dei mutati regimi idrogeologici, con piogge sempre più concentrate in periodi brevi), ma che vanno a influire anche sul turismo e sul generale funzionamento del sistema produttivo - turismo e agro-silvicoltura in primis, ma anche manifattura - in conseguenza dell'aumento dei costi di produzione e della minore disponibilità idrica.

E il problema, così come va ricordato ogni volta che vengono affrontati i temi inerenti alle conseguenze del surriscaldamento globale, è che la situazione è destinata, almeno secondo le stime più accreditate, a peggiorare in futuro, a meno di significative inversioni della "rotta climatica" che ad ora non si vedono.

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