[06/08/2010] News
LIVORNO. Tutto a posto, il tappo funziona, i milioni di galloni di greggio sono evaporati, il petrolio è miracolosamente sparito dalle spiagge, i danni sono minimi, la Bp non fallirà con i risarcimenti e Obama perderà meno voti alle prossime elezioni (o ne guadagneranno di più i repubblicani che minimizzavano?). Ma davvero nel Golfo del Messico la tragedia della piattaforma offshore Deepwater Horizon si è trasformata in un miracolo? Gli ambientalisti Usa ne dubitano molto (e a ragione) e accusano l'Environmental protection agency (Epa) di essere stata molto timida con le Big Oil (e con il suo datore di lavoro: il governo) quando si è trattato di utilizzare i disperdenti sulla marea nera del Golfo.
Fin dai primi giorni Hugh Kaufman, un analista politico che lavora all' Office of Solid Waste and Emergency Response dell'Epa, dice che i prodotti chimici utilizzati nel Golfo costituiscono una minaccia per la salute pubblica e l'ecosistema del Golfo e che dovevano essere proibiti, la scorsa settimana ha affermato che l'amministratrice dell'agenzia, Lisa Jackson, aveva eluso il problema del largo utilizzo dei disperdenti nel Golfo nelle sue risposte alle Ong ed al governo. Secondo Kaufman «L'agenzia sta deliberatamente sminuendo la minaccia e il proprio ruolo nel regolamentare le sostanze chimiche per proteggersi da responsabilità ed evitare che l'opinione pubblica si allarmi troppo».
La denuncia di Kaufman è rimasta senza risposta, eppure l'esperto dice di aver esposto diverse volte queste sue preoccupazioni all'Epa fin dal 1971 e ricorda le sue critiche all'amministrazione del presidente Carter per la questione dei rifiuti pericolosi , compreso il famigerato episodio della Love Canal alla fine degli anni ‘70 che é servito come stimolo all'approvazione del Superfund program. Gli anni della deregulation della presidenza Reagan sono stati terribili per l'ambiente: il governo Usa non ha fatto rispettare le leggi sui rifiuti pericolosi e le sostanze chimiche tossiche e nel 1983 il vice amministratore dell'Epa, Rita Lavelle, é finita in galera per falsa testimonianza.
Kaufman è un vero e proprio mastino dell'Epa: recentemente ha accusato l'Agenzia federale di nascondere le informazioni sui rischi per la salute dell'inquinamento atmosferico causato dagli attentati al World Trade Center del 11 settembre 2001. A quel tempo Kaufman era investigatore capo dell'ufficio del difensore civico dell'Epa, ma subito dopo l'amministratore repubblicano dell'Epa di allora, Christie Todd Whitman, abolì semplicemente il difensore civico per mettere a tacere le sue denunce. Questo scomodo cane da guardia lavora ancora all'Epa, ma è stato allontanato dagli uffici più scottanti.
Ora ha deciso di occuparsi dell'affare dei disperdenti. In una recente intervista a "Mother Jones" Kaufman ha spiegato che «Quello che sta succedendo nel Golfo è la stessa copertura che è stata fatta per i problemi ambientali dell'11 settembre. La Casa Bianca di Bush ha ordinato all'Epa di mentire sulla situazione ambientale e della salute pubblica al World Trade Center a causa delle conseguenze economiche. Ci sono già passato prima. E' lo stesso tipo di merda».
L'Epa ha costretto Kaufman all'esilio interno, ma lui non molla e ha sollevato il caso dei disperdenti inviando milioni di e-mail ad associazioni ambientaliste e green celebrities. L'Epa vorrebbe tanto toglierselo dalle scatole, ma teme un danno di immagine. «E' un'attivista che lavora all'interno dell'agenzia - spiega Jeff Ruch, direttore esecutivo del Public employees for environmental responsibility (Peer), il gruppo che appoggia Kaufman nella sua causa legale contro la soppressione dell'ufficio del difensore civico - Ma Kaufman non fa solo il suo interesse. Ultimamente almeno altre 10 persone dello staff dell'Epa, inclusi molti tossicologi, d sono venuti al Peer per sottoporci le loro preoccupazioni riguardanti i disperdenti ed altri problemi per la salute nel Golfo, affermando che I loro superiori all'Agenzia non fanno diligentemente quanto é dovuto, quando si tratta di disperdenti. L'Epa sembra prendere le decisioni su richiesta della Bp e non esercita molto, in questo caso, l'indipendenza di giudizio»
Quando in un'udienza in Senato la democratica Barbara Mikulski ha chiesto alla Jackson se l'Epa poteva costringere la Bp a smettere di usare i disperdenti chimici tossici sulla marea nera l'amministratrice dell'Agenzia prima ha detto di non averne l'autorità e poi incalzata ha detto imbarazzata: «Non saprei. Non sono un avvocato». In realtà la Jackson e l'Epa hanno dato il via libera alla Bp per utilizzare i disperdenti sott'acqua ed hanno addirittura fornito le specifiche sulla quantità dei prodotti chimici che la multinazionale avrebbe dovuto utilizzare per far sparire il petrolio dal Golfo. La Jackson ha detto che lo spargimento di disperdenti sulla superficie del Golfo è stata pre-approvata all'interno del Area Contingency Plan, il piano di pronto intervento che ogni Stato Usa deve attuare in base al Oil Pollution Act del 1990 sulla prevenzione degli sversamenti petroliferi. L'Epa è inoltre accusata di dare la patente ambientale solo ad alcune marche di disperdenti. L'Agenzia si difende dicendo che si occupa solo dei disperdenti sottomarini, mentre quelli di superficie sono di competenza della Guardia Costiera... proprio la confusione di norme e ruoli che ha creato quella poltiglia di collusione corruzione che ha portato al disastro del Golfo del Messico.
L'Epa può però interrompere l'uso di un disperdente se ritiene la sostanza troppo pericolosa, ma fino ad ora è stata più che riluttante nel dare un giro di vite sulle sostanze chimiche. Il Corexit, il disperdente utilizzato massicciamente dalla Bp, non era tra quelli indicati dall'Epa, eppure la multinazionale ha scelto di ignorare la direttiva. Come "risposta" l'Epa ha fatto test su Corexit e le alternative proposte, dicendo alla Bp di ridurre l'uso di disperdenti, cosa che la Bp ha allegramente ignorato, continuato a spargerli massicciamente, regolarmente autorizzata dalla Guardia Costiera Usa. Il risultato è che la Bp ha sparso nel Golfo milioni di galloni di Corexit. La Jackson ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Il nemico numero uno è il petrolio», eppure lei stessa ha detto ripetutamente che l'Epa non conoscere a sufficienza gli impatti a lungo termine delle sostanze chimiche: «Con l'impiego di disperdenti, ci troviamo di fronte a un dilemma ambientale. Gli effetti a lungo termine sulla vita acquatica sono in gran parte sconosciuti».
Ma secondo Kaufman o si sa che i disperdenti sono meglio del petrolio, o si dice di non saperne abbastanza, non si possono dire entrambe le cose: «Devono dire se hanno le prove, se hanno fatto un test comparativo. Se hanno le prove, allora perché dicono di no? Che modo è? Ci sono prove più che sufficienti, in uno studio del 2005 della National Academy of Sciences che mette in guardia sul fatto che è dimostrato che i disperdenti sono problematici».
Il "miracolo" del Golfo sembrerebbe tossico e probabilmente è solo un'allucinazione della droga informativa che si sta iniettando nei media come disperdente dei fatti, per far dimenticare i 110 giorni della peggiore tragedia ambientale americana, i pellicani che si dibattono nel greggio, i delfini affogati nella marea nera e i prodotti chimici del miracolo che avveleneranno la vita del Golfo ancora per molti anni.