[06/08/2010] News toscana
FIRENZE. La provincia di Lucca dopo gli interventi immediati a seguito dell'alluvione di Natale, sta completando l'opera sull'argine destro del Serchio per la messa in sicurezza dell'area. L'intervento è stato diviso in due tratti: nel primo verrà costruito un muro di sostegno in calcestruzzo armato, mentre nel tratto a valle, verrà adottato un palancolato Larssen (componente costruttivo in acciaio a caldo che forma una parete continua), con risagomatura e, laddove sia possibile, ispessimento della sagoma arginale.
In particolare, il muro di sostegno sarà dotato di fondazioni profonde, ottenute mediante la sistemazione di micropali allineati. Alla base del muro sarà realizzato un diaframma che si estende 4 metri al di sotto del piano di posa e che non ha funzione strutturale, ma solo idrauliche. L'argine sarà completato con una copertura di terreno vegetale di coltura, una biostuoia e la successiva idrosemina.
L'infrastruttura è finanziata con 4,6 milioni di euro della Regione Toscana. Premesso che la sicurezza assoluta non esiste e che è necessario imparare a convivere con una percentuale di rischio, molto probabilmente in questo caso, ad oggi, non era possibile nessuna alternativa ad un intervento "hard" con struttura rigida. Ma il "vizio" è a monte, nella scarsa cultura del territorio che è presente purtroppo, in parte, anche in Toscana.
Le parole del presidente della provincia Stefano Baccelli sono in tal senso eloquenti: «E' un intervento che rispecchia le nuove esigenze di questo corso d'acqua. Storicamente, infatti, l'argine destro era stato progettato più basso, perché non doveva proteggere presidi urbani. Adesso la situazione è cambiata e, di conseguenza, stiamo provvedendo ad adeguare l'arginatura alle nuove esigenze della zona, innalzandolo al pari di quello sinistro, in modo che possa rappresentare una valida barriera di difesa per le case che sono, nel frattempo, state costruite nei suoi pressi».
Si è costruito quasi dentro gli alvei dei fiumi per poi irrigidirli con "pareti" sempre più alte in modo che non ci venissero a disturbare. Ed in modo da poter ancora andare a costruire senza pensare alle conseguenze di chi abita a valle. In tal senso "i giochi" in gran parte dei corsi d'acqua del Paese sono fatti. Nelle aree dove ci sono ancora margini di possibilità d'intervento è bene riflettere ed imboccare tutta un'altra strada, dato che le competenze e le normative oggi non mancano.