[09/08/2010] News toscana
PISA. Un merito le proposte di Rossi ce l'hanno di sicuro; hanno collegato i tagli - cioè i ‘risparmi' di bilancio - alle funzioni. Finora, infatti, con Tremonti ed anche Calderoli i tagli ignoravano e ignorano le funzioni anche quando gli effetti erano e sono palesemente rovinosi e niente affatto equi.
Le prime reazioni sono state nel complesso positive sebbene non prive di osservazioni, interrogativi ed anche perplessità su aspetti precisi di cui si dovrà naturalmente tener conto. I dubbi maggiori riguardano i rischi di un eccessivo accentramento regionale che taglierebbe fuori - o quanto meno indebolirebbe notevolmente - il ruolo delle istituzioni provinciali e locali. E' il caso del turismo ma non solo. Si tratta, insomma, della filiera gestionale che potrebbe presentare delle rischiose smagliature.
E' innegabilmente un problema. Ma lo è anche -se non di più- l'accorpamento e non soltanto la scala delle funzioni. Sull'Arsia, ad esempio, sono state espresse preoccupazioni, da Legambiente e da altri, sottolineando come sia fondamentale riconoscere e salvaguardare il lavoro, l'efficienza e la professionalità dell'ente, «un centro di eccellenza su scala regionale nel campo della ricerca e dell'innovazione e che non puo' essere disperso e che deve essere garantito».
«L'Arsia - continua il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - in questi anni ha svolto un lavoro eccellente nel recupero di razze e varietà, di ricerca e tutela della biodiversità e delle colture locali contro l'inquinamento e rappresenta anche una concreta e valida sentinella e un centro di monitoraggio contro l'uso clandestino e dannoso degli Ogm tutelando sempre quella diversità che è patrimonio per l'agricoltore e che garantisce la tipicita' e l'unicita' dei prodotti''.
Ed io trovo altrettanto poco convincente l'idea di affidare la gestione della Tenuta di San Rossore alla gestione regionale forestale.
Per San Rossore forse non è inopportuno ricordare che al momento del passaggio della tenuta dalla presidenza della Repubblica alla Regione si optò giustamente per l'affidamento della gestione al Parco rinunciando alla istituzione di una apposita azienda regionale.
Qui - come ritengo per Alberese - non è solo discutibile la trasmigrazione a Firenze, quanto la ‘separazione' delle funzioni nella gestione come ha opportunamente già ricordato anche il presidente Lunardi. Lo stato lo ha già fatto con il paesaggio separandolo improvvidamente dalla gestione della natura e non credo sia più saggio separare le gestione forestale e agricola da quella più complessiva del parco e del suo piano. Ai parchi gli è già stato tolto inopinatamente il nulla osta sui beni culturali, si era già ridimensionato con la legge del 2005 il ruolo del piano del parco nel PIT, vogliamo aggiungerci anche il bosco e l'agricoltura? La gestione integrata non possiamo riservarla unicamente ai documenti comunitari.
Se vogliamo, infatti, che il giusto collegamento tagli-funzioni dia il meglio è bene che il tutto sia il meno frammentato possibile. A questo possono aiutarci anche talune leggi come quella sui parchi e le aree protette che sarebbe bene tirar fuori dai cassetti per evitare appunto ulteriori errori.
Ciò potrà solo giovare al giusto disegno complessivo di Enrico Rossi.