[10/08/2010] News toscana
LIVORNO. Una sorta di contabilità ambientale per quanto riguarda la risorsa idrica. Sembra questa - visto che sulla questione pubblica-privata-referendum non si prende assolutamente posizione - la più importante novità per l'acqua contenuta nel Dpef 2010. Si legge infatti che la Regione «proseguirà l'impegno per la tutela quantitativa e qualitativa delle risorse idriche. Il controllo ed il monitoraggio avranno come base la redazione di un bilancio idrico regionale in particolare nelle aree dove è necessaria maggior tutela».
Un'iniziativa importante che dovrebbe diventare cogente al più presto visto che, per fare un esempio banale, sarà o no importante sapere prima di costruire una fabbrica, un impianto, una casa, un albergo, se c'è sufficiente acqua e non si mette a rischio la risorsa stessa con i progetti suddetti?
Nel Dpef si legge poi che sarà «portato avanti un lavoro con l'obiettivo di assicurare ai cittadini un servizio di elevata qualità a costi contenuti, un'adeguata regolamentazione tesa allo sviluppo del settore, un impulso alla realizzazione degli investimenti in materia di acquedotti, fognature e depurazione, nel contesto di un modello basato sull'acqua quale bene comune, incentivando le aziende ad aggregazioni e integrazioni per realizzare un unico soggetto industriale toscano. In questo quadro, si procederà a una semplificazione e riorganizzazione della "governance" ambientale, relativa alla programmazione e alla gestione del servizio idrico, della tutela della risorsa idrica e idrogeologica, intervenendo sulla normativa esistente in materia di bonifica idraulica/difesa del suolo, di ATO, di Servizi pubblici locali».
«L'efficienza e l'efficacia - si aggiunge - verranno ricercate oltre che nel servizio idrico integrato anche nel ciclo dei rifiuti e nel servizio di distribuzione del gas tramite l'aggregazione dei soggetti gestori». Non si dice però come si vuole e se si vuole intervenire per ridurre le perdite degli acquedotti che non sono colabrodo come al Sud ma che avrebbero assai bisogno di un'opera importante di manutenzione.
In generale nel testo si dice solo che «la riforma del settore dei servizi pubblici locali sarà particolarmente strategica, alla luce delle forti potenzialità dello sviluppo del comparto, in grado di dare maggiore competitività regionale, mobilitare importanti risorse (attraverso il complesso degli investimenti sulle infrastrutture pubbliche) e di rappresentare un importante volano per lo sviluppo di una green economy».
Importante invece che «per garantire e incrementare la sicurezza dei territori protetti da argine, sarà definito e attivato un sistema di monitoraggio, sulla base del quale saranno avanzate proposte di intervento finalizzate a garantire maggiore efficacia e controllabilità dei sistemi di difesa idraulica».
Come viene scritto più avanti, infatti, «è necessaria un‘integrazione delle politiche di prevenzione del rischio ambientale con quelle di tutela della salute dei cittadini. I temi dell'ambiente e della salute spesso si incrociano e talvolta è impossibile distinguere se una determinata pressione sull'ambiente non abbia anche effetti sulla salute dell'uomo. Finora l'integrazione fra ambiente e salute è stata sviluppata principalmente in atti quali il Piano regionale di azione ambientale, il Piano sanitario regionale e la L.R. 30/2009 di riforma di Arpat. Ciò ha permesso di procedere, in molte circostanze, con indagini ambientali e indagini sulla salute in parallelo. Da ora in poi sarà necessario pianificare azioni coordinate fra ambiente e salute, coinvolgendo le due Agenzie, ARS e Arpat, per la definizione di programmi e progetti comuni».
Un passo in avanti nell'impostazione, ma non si capisce come sia possibile portare avanti questo lavoro cancellando - come ha annunciato il presidente Rossi - l'Arsia: c'è qualcosa per caso di più green economy dell'agricoltura?
Con questo fine di controllo delle pressioni ambientali - si legge questa parte del documento - «sarà attivata una nuova rete regionale di monitoraggio della qualità dell'aria che dovrà, come previsto dalla normativa, essere realizzata a partire dalla nuova zonizzazione del territorio e pertanto sarà necessario adeguare, aggiornare e implementare la rete di centraline attualmente esistenti».
Al fine di un'efficace programmazione, obiettivo della Regione sarà il miglioramento del quadro conoscitivo degli impatti e delle pressioni ambientali mediante integrazione dei soggetti detentori delle banche dati. Sin dagli inizi del 2000 la Regione Toscana ha emanato i Segnali Ambientali. «Sulla contabilità ambientale - conclude il documento - la Regione ha fatto passi avanti importanti e su alcune matrici possiamo ritenere di avere dati abbastanza sicuri che tuttavia debbono migliorare. I detentori sono: Regione Toscana, Arpat, ARRR, Lamma, Irpet. Si tratta di migliorare soprattutto sulle matrici acqua e aria per la realizzazione di progetti integrati per il miglioramento delle banche dati regionali e della Agenzie».
Ecco, questa bella e nuova impostazione avremmo avuto piacere leggerla come organica e perno di tutto il Dpef e non relegata in un punto del programma...