[13/08/2010] News
LIVORNO. Negli Usa si sta discutendo di alimentare le centrali nucleari con il Mox (Mixed plutonium-uranium oxide) e il Giappone, che importa via mare dall'Europa questo contestatissimo combustibile nucleare, viene indicato come modello virtuoso di consenso e di utilizzo "tranquillo" del Mox.
La Tennessee valley authority sta valutando l'utilizzo di combustibile Mox nella centrale nucleare di Browns Ferry «Sia per risparmiare denaro che per aiutare il governo a disporre di un surplus di plutonio». Qualche giorno fa i funzionari del governo dell'Alabama hanno cercato di convincere in un'assemblea pubblica Calhoun Community College che se i giapponesi utilizzano senza problemi il Mox si può fare anche negli Stati meridionali degli Usa.
Quello che non hanno detto è però che non tutti i giapponesi sono soddisfatti di questo miscuglio di combustibile nucleare. Nel 2009 contro l'arrivo di carichi di Mox si erano svolte manifestazioni di protesta a Omaezaki e a Shizuoka e il 9 agosto un gruppo di cittadini giapponesi ha intentato una causa chiedendo il blocco delle operazioni di carico del Mox nella centrale nucleare di Genkai a Kyu-shu, che appartiene all'Electric Power Co. E' la prima volta che in Giappone si chiede alla magistratura di sospendere l'utilizzo di questo tipo di combustibile e questo rappresenta anche un segnale della fine della "sacralità" del nucleare nipponico.
A capo di chi protesta contro il Mox c'è Hatsumi Ishimaru che ha detto all'agenzia Kyodo News che «Il suo uso potrebbe portare ad un incidente, mettendo a repentaglio diritti dei residenti locali e dell'ambiente. Il Mox potrebbe danneggiare le generazioni dei nostri discendenti, perciò dobbiamo solo dire "no" ad esso»
Mentre anche in Giappone si rafforza la protesta antinucleare, le istituzioni proseguono lungo l'usuale strada: il 6 agosto, il governatore della prefettura di Fukushima, Yuhei Sato, ha dato la sua approvazione al programma Pluthermal (plutonium thermal) in tre unità della centrale nucleare di Fukushima di proprietà della Tokyo Electric Power Co (Tepco) che ha subito detto di essere pronta e che entro la fine di settembre avrà terminato di caricare le unità a Mox.
Le imprese nucleari giapponesi stanno concludendo accordi con i comuni in cui sono situati i loro impianti e con quelli limitrofi per ottenere l'approvazione preventiva per modifiche ed ampliamenti delle centrali nucleari esistenti, tra questi c'é il programma Pluthermal per il quale Yuhei Sato aveva chiesto alle autorità nazionali ed alla Tepco di fare una verifica tecnica di tre punti, tra cui le garanzie di sicurezza in caso di terremoti.
Il programma Pluthermal dovrebbe essere esteso entro il 2015 a 16 -18 reattori in tutto il Giappone ed é già stato avviato proprio all'unità 3 Genkai Nps di Kyu-shu oggetto della contestazione dei cittadini e all'unità 3 della centra Ikata Nps della Shikoku Electric Power. Quello di Fukushima sarebbe quindi il terzo reattore Pluthermal a Mox ad ottenere il via libera.
Il Mox rappresenta una specie di via di uscita dal fallimento del programma nucleare giapponese che prevedeva una gestione autarchica dell'intero ciclo: viene ottenuto dal plutonio separato dal combustibile esaurito giapponese spedito in Francia per il ritrattamento e fino ad ora veniva utilizzato nelle centrali nucleari di tre utility elettriche giapponesi Kyushu, Chubu Shikoku Electric Power. Il riadattamento delle centrali nucleari nipponiche è sempre più urgente, visto che sono state progettate per utilizzare uranium fuel e non il Mox.