[13/08/2010] News
GROSSETO. Dopo ben due anni di commissariamento agli inizi di agosto è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento Ispra che definisce le modalità di funzionamento dell'Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che ha assorbito compiti e personale di Apat, Infs e Icram, istituito con la legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112.
Con il Dm 21 maggio 2010, n. 123 pubblicato in GU il 3 agosto scorso il Ministero dell'ambiente ha quindi fissato organi, funzioni e compiti dell'Istituto che dovrà svolgere attività di ricerca, consulenza strategica, assistenza tecnico-scientifica, sperimentazione e controllo, di monitoraggio e valutazione, nonché di informazione e formazione in materia ambientale.
L'istituto è sottoposto alla vigilanza e al controllo del Ministro dell'ambiente che ne detta le direttive generali. Ma sarà in base ad una convenzione triennale, che dovranno stipulare ministro e Ispra, che verranno stabiliti obiettivi e attività, anche ulteriori, rispetto a quelle ordinarie, nonché i criteri con i quali stabilire i flussi informativi tra istituto e Ministro.
L'istituto, che per due anni è stato guidato non da uno ma da ben tre commissari (il prefetto Vincenzo Grimaldi, affiancato dai sub commissari Stefano Laporta ed Emilio Santori), sarà retto da un presidente, un direttore e da un consiglio di amministrazione che in caso di inosservanza delle direttive o del mancato raggiungimento degli obiettivi fissati, il ministro potrà destituire.
L'istituto che potrà dotarsi della consulenza e del supporto di un comitato scientifico e di un collegio di revisori dei conti è soggetto al controllo della Corte dei Conti in quanto ente cui lo Stato contribuisce in via ordinaria.
Ma proprio sui finanziamenti all'istituto la doccia fredda dopo l'emanazione del regolamento in GU è stata la notizia dei tagli di ben 24 milioni di tagli- a causa di un assestamento di bilancio di cui 5,5 milioni solo ai progetti in mare- di cui ha dato notizia anche questo giornale, che potrebbero porre una immediata ipoteca al suo funzionamento.
È stato lo stesso ministro dell'Ambiente ad informare i responsabili delle strutture che i loro bilanci - e di conseguenza le loro attività di ricerca - potranno subire tagli anche superiori al 50%.
Uno scenario che potrebbe impedire il proseguimento delle attività di ricerca cofinanziate da progetti esterni con grave danno allo svolgimento di attività di ricerca, oltre che in termini erariali e di immagine per Ispra.
Ma tagli di tale entità potrebbero mettere in discussione la possibilità di adempiere agli stessi compiti che il regolamento conferisce all'Istituto ovvero: «attività di ricerca, consulenza strategica,assistenza tecnico-scientifica, sperimentazione e controllo, conoscitiva, di monitoraggio e valutazione, nonchè di informazione e formazione, anche post-universitaria, in materia ambientale, con riferimento alla tutela delle acque, alla difesa dell'ambiente atmosferico, del suolo, del sottosuolo, della biodiversita' marina e terrestre e delle rispettive colture, nonchè alla tutela della natura e della fauna omeoterma, esercitando le funzioni già di competenza dell'Apat, dell'Icram e dell'Infs».
E per poter svolgere le attività suddette si prevede che l'Istituto possa promuovere lo «sviluppo del sistema nazionale delle Agenzie e dei controlli in materia ambientale di cui cura il coordinamento, e garantisce l'accuratezza delle misurazioni e il rispetto degli obiettivi di qualità e di convalida dei dati anche attraverso l'approvazione di sistemi di misurazione, l'adozione di linee guida e l'accreditamento dei laboratori».