[18/08/2009] News
LIVORNO. Nella capitale svedese Stoccolma ha preso il via la World water week che quest'anno discute del ruolo dell'acqua per la pace, lo sviluppo economico e la salute pubblica. Un gruppo di alto livello studierà gli impatti della politica e del potere sulle acque trans-frontaliere.
Lo Stockholm international water institute (Siwi) che organizza ogni anno l'evento ha presentato il primo rapporto a sull'effettiva cooperazione nel bacini idrici transfrontalieri. Il Siwi è un'istituzione politica che contribuisce agli sforzi internazionali per trovare soluzioni per la crescente crisi idrica planetaria e punta ad una conoscenza integrata ed orientata al futuro delle risorse idriche per influenzare i processi decisionali dei governi a livello nazionale e internazionale, per fare in modo di arrivare ad un uso sostenibile delle risorse idriche del mondo ed allo sviluppo sostenibile delle società
Il tema centrale del quale discutono gli oltre 2.000 partecipanti alla World water week e leader politici, capi di governo, scienziati ed Ong è "Responding to global changes: accessing water for the common good" (rispondere alle sfide globali: Accesso all'acqua per il bene comune).
Jan Eliasson, presidente di WaterAid Sweden ed ex presidente dell'assemblea generale dell'Onu, ha detto in assemblea plenaria che «All'acqua ed ai servizi igienico-sanitari deve essere data la massima priorità dai governi, dalle nazioni, dalle municipalità nei Paesi dove esistono questi problemi. Abbiamo bisogno di passare dall'accertamento e dal preallarme ai fatti concreti e all'azione tempestiva».
Ha preso la parola anche Bindeshwar Pathak, vincitore del 2009 Stockholm water prize, che ha parlato del suo lavoro come fondatore del movimento Sulabh sanitation in India: «La gente ha cominciato a ridere quando abbiamo chiesto di mettere a disposizione servizi igienici in tutti i più importanti luoghi pubblici. Ora ne abbiamo installato più di 7.500».
La sessione speciale "complexities of politics and power in transboundary water basins" ha evidenziato che le controversi ed i problemi nella gestione dei bacini idrici di frontiera spesso derivano da forti disparità di base nell'utilizzo delle risorse idriche comuni. La cooperazione risulta molto difficile soprattutto in quei bacini idrografici che insistono in regioni nelle quali la politica ed il potere non sono equamente condivisi. Insomma, l'ingiustizia e l'autoritarismo fanno male anche all'acqua.
Il Siwi ha presentato il suo nuovo rapporto per la gestione transfrontaliera delle acque: "Getting transboundary water right: Theory and Practice for Effective Cooperation", elaborato con il sostegno della Swedish international development cooperation agency, un documento che lancia alla comunità internazionale la sfida di integrare i nuovi concetti in materia idrica con le lezioni apprese nei bacini d'acqua transfrontalieri di tutto il mondo.
Gli organizzatori spiegano che la World water week vuole essere «Prima un luogo di incontro per lo scambio di opinioni, conoscenze ed esperienze riguardanti l'acqua per scienziati, imprese, politici e settori civici di tutto il mondo. Utilizzando e mettendo in collegamento le buone pratiche, le conoscenze scientifiche, la visione ed il processo decisionale politico, questo programma punta a superare la retorica ed a fornire risposte reali alla crisi idrica globale».