[27/08/2010] News
LIVORNO. Il presidente della Russia, Dmitri Medvedev, ha chiesto al governo dio Vladimir Putin di sospendere la costruzione dell'autostrada Mosca- San Pietroburgo, che doveva attraversare la foresta di Khimki, alla periferia della capitale russa, e di sottoporre il progetto ad un'audizione pubblica.
«Benché la costruzione dell'autostrada sua stata oggetto di una decisione governativa ad hoc e di deliberazioni giudiziarie - ha detto Medvedev sul suo video-blog - i nostri cittadini, tra i quali i rappresentanti dei partiti politica, a cominciare da Russia Unita (il partito di Putin e Medvedev, ndr) fino ai movimenti di opposizione, le associazioni sociali e gli esperti pensano che questo progetto abbia bisogno di un esame supplementare. Questi fattori mi hanno incitato a sospendere la realizzazione della decisione governativa sulla costruzione dell'autostrada e a chiedere all'esecutivo di intraprendere una discussione pubblica su questo progetto».
Probabilmente Putin non la prenderà bene, ma altrettanto probabilmente la mossa di Medvedev, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali, punta a prendere platealmente le distanze da un progetto sempre più criticato dopo la tragica estate degli incendi russi.
Infatti il tracciato dell'autostrada passava attraverso la grande foresta di Khimki ed avrebbe portato all'abbattimento di 144 ettari di grandi querce.
Esultano naturalmente gli abitanti della periferia moscovita e le associazioni ambientaliste russe e i partiti dell'opposizione che protestavano da mesi contro l'autostrada.
Soprattutto il movimento dei Protettori delle foreste Himki diventati il simbolo della lotta della società civile russa contro il governo dell'oligarchia putiniana.
Probabilmente Vladimir Putin non gradirà affatto le dichiarazioni via video-blog del suo ex delfino Medvedev (subito rilanciate con rilievo dalla stampa), visto che era stato proprio lui ad ordinare il 21 luglio scorso la linea dura contro i protettori delle foreste Himki e il "Left Front", facendo arrestare 10 militanti dei due gruppi che volevano consegnargli una petizione con migliaia di firme contro il nuovo percorso dell'autostrada Mosca - San Pietroburgo e che chiedevano di fermare il taglio illegale delle foreste di Himki. Insieme a Greenpeace Russi i due movimenti chiedevano però più di quanto concesso da Medvedev: l'annullamento del decreto 1642-p 5 del novembre 2009, firmato da Putin in persona, in base al quale 145 ettari di bosco del parco di Himki sono stati trasferiti dalle terre del Fondo forestale a quelle dove costruire la nuova autostrada Mosca-San Pietroburgo e le sue infrastrutture. oso ecosistema.
La decisione del presidente russo mette in imbarazzo tutta l'oligarchia putiniana, e senza nemmeno fare autocritica, visto che fu proprio Medvedev ad annunciare l'11 febbraio 2008 che «Il cantiere dell'autostrada Mosca - San Pietroburgo, lunga 600 km, potrebbe essere avviato quest'anno. Sarà realizzato secondo il principio di partnership Stato-privato e prenderà la forma di una concessione. La concessionaria scelta attraverso una gara potrebbe avviare la costruzione dell'autostrada quest'anno. In un tempo si costruirà un troncone da 60 a 70 km. Il costo stimato di questo progetto è di 350 miliardi di rubli (circa 10 miliardi di euro)». Medvedev giudicava allora lo stato generale dell'autostrade russe «esecrabile» e che «cambia troppo lentamente».
La gara la vinse la Compagnia concessionaria del nord-ovest (Ccno) di proprietà della Vinci Construction France e del gruppo Eurovia e lo scorso aprile il vice-premier russo, Sergueï Ivanov, annunciò che sarebbero partiti entro il mese i lavori per il primo troncone e che il porimo tratto a pagamento tra i km 15 e 58 della Mosca - San Pietroburgo sarebbe entrato in funzione nel 2014.
Anche la "gara" di appalto forse è stata un po' pilotata: nel luglio 2009 il gruppo russo Rosavtodor, che gestisce la malandata rete autostradale russa, ha firmato un accordo con la Vinci per costruire l'autostrada, un accordo stranamente annunciato un mese prima a Parigi dal ministro dell'economia francese Christine Lagarde e dal capo di gabinetto del governo russo Sergei Sobianin durante la sessione plenaria del Consiglio russo-francese per le questioni economiche, finanziarie, industriali e commerciali. Evidentemente quando si parla di grandi opere a Mosca e Parigi il confine tra pubblico e privato è inesistente.
Ma a quanto pare gli incendi russi non hanno solo liquefatto l'autostrada e probabilmente fatto saltare (per ora) un mega affare tra l'oligarchia russa e le imprese francesi care a Sarkozy, anche Vladimir Putin cerca di ripulire la sua immagine di eco scettico: ieri ha promesso di stanziare fondi per sviluppare il turismo ecologico in Russia, 5 o 6 miliardi di rubli (162 o 194 milioni di dollari) nei prossimi 5 anni.
Il premier ha dichiarato all'agenzia Itar-Tass che presenterà una legge su questa problematica entro la fine dell'anno. Puitin si era appena incontrato con il suo ministro delle risorse naturali e dell'ambiente Yuri Trutinev e ha detto che «La protezione della nature è la prima priorità e le organizzazioni ecologiche saranno invitate a contribuire al lavoro di modifica della legislazione. E' evidente che dei cambiamenti sono necessari. Adesso che siamo al cuore di questo processo, aggiustiamo per tempo le nostre previsioni».
Chissà se Putin al tavolo dell'eco-turismo chiamerà anche i Protettori delle foreste Himki e il "Left Front" che ha fatto sbattere in galera solo perché volevano consegnargli una petizione?