[30/08/2010] News

Cina: restrizioni all’esportazione di terre rare per salvaguardare l’ambiente

LIVORNO. Il ministro del commercio cinese, Chen Deming, ha detto che «Le restrizioni imposte dalla Cina all'industria delle terre rare contribuiranno alla protezione dell'ambiente». Il giro di vite cinese su queste importanti materie prime è stato uno dei temi in discussione del terzo dialogo economico sino-giapponese conclusosi sabato scorso a Pechino e Chen ha spiegato ai giornalisti che «L'estrazione massiccia di terre rare nuocerebbe fortemente all'ambiente, è per questo che la Cina ha intensificato i suoi controlli sulla produzione, lo sfruttamento e il commercio di terre rare. Le misure prese dalla Cina rispondono anche ai regolamenti dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc)».

La notizia rischia di sconvolgere un bel pezzo di "green economy" e di "e-economy", visto che la Cina è il più grande produttore di terre rare del mondo e che questi elementi chimici sono essenziali per realizzare i motori delle auto ibride, i computer e componenti essenziali di prodotti di alta tecnologia.

Il sospetto è che dietro la difesa dell'ambiente ci sia la voglia e la necessità della Cina di tenersi per sé e per il suo sviluppo tecnologico "verde" tutte le terre rare, cosa che il ministro si è affrettato a smentire: «La politica delle restrizioni avrà ugualmente un impatto negativo sul mercato cinese, dove si effettua l'assemblaggio dei pezzi dei prodotti giapponesi. Ma per proteggere l'ambiente del Paese, la Cina non ha altra scelta che prendere tali misure». Il problema è che la Cina comunista-liberista ha uno sterminato mercato interno nel quale può centellinare anche le sue risorse più preziose, ma il Giappone ed altre potenze capitaliste hanno assolutamente bisogno di queste materie prime per tenere in piedi l'industria innovativa che consente loro di stare sul mercato delle esportazioni.

Le terre rare, diventando improvvisamente ancora più rare e controllate dal governo di Pechino, potrebbero essere una potentissima arma di scambio per la Cina: l'agenzia ufficiale cinese Xinhua evidenzia, probabilmente non a caso, che Chen Deming ha chiesto ai giapponesi di diminuire i loro controlli sulle esportazioni di alta tecnologia verso la Cina e di semplificare le procedure per i visti per gli uomini di affari cinesi. Insomma, se volete le nostre materie prime rare per far funzionare la vostra ricca e quasi immobile economia tecnologica, hanno detto i cinesi ai giapponesi, dovete darci qualcosa di più degli yen.

Il Giappone è molto preoccupato per questa stretta sull'esportazione delle risorse minerali della Cina e ha non pochi problemi a dare ai suoi ex nemici, oggi rivali per l'egemonia economica in Asia e nel mondo, l'accesso ai sistemi innovativi e alle politiche che riguardano anche la sicurezza dell'informazione e i brevetti industriali.

Il ministro cinese è però convinto  che «Questo dialogo ha permesso alle due parti di migliorare la loro comunicazione e di rafforzare la mutua comprensione di questi problemi». E che Tokyo a Pechino abbia capito che ci sono grossi problemi con le terre rare è indubbio.

E' di oggi inoltre la notizia, battuta dall'ansa, che la Cina e il Giappone hanno deciso di intensificare la loro cooperazione economica. Una mossa che, sostengono i due paesi, servirà anche a dare stabilità all'economia globale. Il premier cinese, Wen Jiabao, durante un incontro con la delegazione giapponese ha detto che «l'economia verde e l'industria» dovrebbero rappresentare la parte più consistente della cooperazione economica bilaterale. Il Giappone è, come detto, il maggior investitore in Cina.

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