[31/08/2010] News
LIVORNO. Ieri a Montevideo, la capitale dell'Uruguay, il ministro degli esteri dell'Argentina Héctor Timerman e quello dell'Uruguay, Luis Almagro, hanno firmato un accordo per il monitoraggio congiunto del fiume Uruguay e della cartiera della multinazionale finlandese Upm, la ex Botnia, la cui entrata in funzione in Uruguay aveva addirittura provocato la chiusura della frontiera dalla parte argentina. L'accordo prevede il controllo comune dei livelli di inquinamento del fiume e l'istituzione di un comitato scientifico che affianca la Comisión administradora del Río Uruguay (Caru), che terrà la prima riunione il 2 settembre.
Almagro ha spiegato che «A partire da questo momento, i periti avranno 60 giorni per stabilire il progetto concreto del monitoraggio ed altri 150 par stilare un piano integrale del fiume Uruguay. Questo comintato eserciterà la direzione tecnica dei monitoraggi della Caru nel Río Uruguay in tutti gli impianti industriali, agricoli e centri urbani che si trovano sugli affluenti del fiume Uruguay e nella loro aria di influenza. Il lavoro degli scienziati inizierà con l'impianto dell'Upm sul fiume Uruguay, davanti alla foce del fiume Gualeguaychú, e proseguirà in Argentina con un impianto o un luogo scelto dall'Uruguay».
La cartiera, sorta a 310 km a nord-ovest da Montevideo e a 30 km dalla città argentina di Gualeguaychu, che aveva provocato tanta tensione e proteste, sarà sotto stretta sorveglianza della Dirección nacional de medio ambiente uruguaya (Dinama) mentre il Comitato appena creato svolgerà la funzione di osservatore "accompagnante". Dopo i controlli comuni sulla cartiera finlandese, i monitoraggi ambientali si estenderanno a tutte le attività industriali, agricole e urbane nel bacino frontaliero dell'Uruguay e del Gualeguaychú.
Argentina ed Uruguay si sono accordati anche sui parametri e gli standard di qualità delle acque e sulle condizioni idrodinamiche da valutare.
Per Timerman «Questo incontro rappresenta un grande impulso al rafforzamento bi-nazionale e segna il termine del disaccordo diplomatico che esisteva tra Uruguay e Argentina dopo l'installazione, tre anni fa, nella località uruguaya di Fray Bentos, della cartiera Botnia. Sono soddisfatto perché questo negoziato mette fine ad una tappa della crisi diplomatica che non serve a nessuno».
Entrambi i ministri hanno evidenziato che «Il patto firmato questo lunedi è un motivo di elogio da parte delle associazioni ambientaliste e segnerà una svolta mondiale».
Timerman e Almagro si riuniranno ogni due mesi per trattare i temi dell'agenda bi-laterale uruguya-argentina e i loro vice stabiliranno un sistema di consultazioni continuo. La presidente argentina, la peronista Cristina Fernández, e il presidente uruguaiano, l'ex guerrigliero tupoamaro José Mujica, stabiliranno un ciclo di riunioni annuali.
Contro la cartiera Upm l'Argentina si era rivolta addirittura alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja, accusando l'Uruguay di inquinare pesantemente il Gualeguaychú e il tratto argentino del fiume Uruguay. Gli abitanti della parte argentina bloccarono la frontiera per quasi tre anni.
La Corte dell'Aja ha respinto le accuse argentine dicendo che non esistevano le prove dell'inquinamento, ma ha accusato il governo di Montevideo di aver violato il Tratado bilateral de administración del Río Uruguay del 1975 perché aveva autorizzato la cartiera in maniera unilaterale. Il primo giugno la Fernández e Mujica, avevano ripreso il dialogo che ha gettato le basi di questo accordo per la protezione dell'ambiente fluviale transfrontaliero.