[31/08/2010] News toscana
LIVORNO. La Guardia costiera livornese aumenta i suoi controlli sulla pesca e sul pescato per assicurare il rispetto delle norme italiane ed europee in mare e il rispetto della salute dei cittadini a terra, dove troppo spesso si spaccia per pesce fresco italiano quello congelato che magari viene dall'altra parte del mondo. Il periodo più "caldo" è naturalmente agosto e ora la Capitaneria di porto di Livorno fa un primo consuntivo.
I controlli cominciano già in banchina e la Guardia costiera spiega che «Nel corso dell'attività di vigilanza, durante un'ispezione in banchina ai punti di sbarco del pescato, sono state sottoposte a sequestro due reti a strascico non regolari aventi una dimensione di maglia molto più piccola di quella consentita, 30 mm in luogo dei 50 mm previsti. Nei confronti dei capi barca delle due unità da pesca professionale sono stati elevate due sanzioni amministrative per un totale di 2.000 euro cadauna. I controlli continueranno anche nei prossimi giorni da parte del personale della Capitaneria di porto di Livorno e degli Uffici dipendenti».
Insomma la Guardia costiera sta facendo rispettare le tanto contestate (a dire la verità non per molto) norme europee sulle reti, con la cui applicazione si profetizzava la fine della pesca in Italia e in Toscana. Cosa che non sembra sia accaduta.
Ma a quanto pare i problemi per il pesce sono più a terra che a mare: il Centro controllo area pesca di Livorno della Capitaneria, che opera tra i comuni di Vecchiano e Cecina, ha effettuato più di 100 controlli nei punti di ristorazione, anche di cucina etnica.
«Infatti - spiega la Capitaneria - oltre alle consuete verifiche presso punti di sbarco, di vendita e di consumo del pescato, i controlli hanno interessato in particolare il rispetto delle norme relative alla tutela dei consumatori, accertando il rispetto delle norme igienico-sanitarie, l'osservanza della normativa attinente la rintracciabilità del pescato (ogni prodotto deve essere sempre accompagnato da un documento comprovante non solo la sua denominazione commerciale, ma la provenienza, il metodo di produzione, la denominazione scientifica fornendo un ausilio necessario per un acquisto sicuro) con lo scopo di reprimere eventuali truffe a danno degli stessi consumatori».
Dei ristoranti ispezionati, 13 sono risultati non in regola con le norme e in 5 casi i titolari sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria competente per frode nell'esercizio del commercio e sono stati sequestrati circa 113 Kg. di pesci e crostacei. «Nello specifico i ristoratori in questione proponevano alla clientela prodotti ittici congelati spacciandoli per freschi», dice la Capitaneria.
Negli altri 8 punti di ristorazione nion in regola sono state elevate sanzionati amministrative per i 12.000 euro «Per detenzione di prodotto ittico privo di relativa documentazione di rintracciabilità, in violazione ai regolamenti nazionali e comunitari vigenti». Qui probabilmente entra in gioco il "bracconaggio" marino e il mercato in nero del pesce di provenienza "sportiva" che tanto danneggia i pescatori professionisti onesti.
La Capitaneria invitano i cittadini «A contattare la Guardia Costiera al fine di segnalare ogni abuso o situazione non chiara che dovesse ingenerare dubbi al cliente circa la qualità e la tipologia del prodotto offerto».