[31/08/2010] News
LIVORNO. Il giornale di Abu Dhabi "The National" scrive che «Il ministero della salute del Kuwait ha annunciato un piano per affrontare gli incidenti che producono inquinamento radioattivo», la decisone sarebbe la conseguenza delle crescenti preoccupazioni nell'emirato dopo che il 21 agosto scorso i russi hanno iniziato il caricamento di combustibile nucleare della prima centrale atomica iraniana a Bushehr.
La cosa è stata confermata all'agenzia stampa kuwatiana Kuna da un alto funzionario del governo del Kuwait, Samir al Asfour: «Il ministero della sanità è pronto a far fronte ad eventuali incidenti e inquinamenti radioattivi. Il piano, che è stato formulato in coordinamento con i funzionari della difesa civile, segue le linee guida dell'International atomic energy agency (Iaea) per i Paesi situati vicino a reattori nucleari. Include progetti di misure di emergenza per ogni dipartimento di Stato da seguire in caso di incidenti con radiazioni nucleari. Una rete composta da 15 stazioni fisse e due mobili di rilevamento è stata messa in atto a livello nazionale per misurare i livelli di radiazione nelle zone di frontiera e nelle aree residenziali. Apparecchiature per rilevare i livelli di radiazione in aria, acqua, suolo e campioni di prodotti alimentari sono state fornite ai laboratori del Kuwait. Il ministero della salute ha fino a 60 milioni di dosi di farmaci per il trattamento delle radiazioni».
Il Kuwait è preoccupato per Bushehr, ma soprattutto perché rischia di rimanere vittima di un incidente nelle altre 19 centrali nucleari che l'Iran vuole costruire per realizzare quello che chiama il suo obiettivo di diversificazione delle fonti di energia. Infatti, Bushehr a pieno regime produrrà 1.000 MW di elettricità, ma l'Iran nel suo piano nucleare ventennale vuole 20.000 MW atomici, come ha spiegato un parlamentare iraniano, Hamid Reza Fouladgar, all'agenzia Farsi.
La scorsa settimana il ministro degli esteri del Kuwait, Sheikh Mohammed Sabah Al Sabah, aveva detto che sia russi che iraniani avevano assicurato che la tecnologia utilizzata nell'infinita costruzione della centrale nucleare è "sofisticata", ma aveva confermato tutta la sua preoccupazione per la vicinanza del reattore iraniano al confine con il suo piccolo e ricchissimo Paese: Bushehr si trova a circa 300 chilometri a est di Kuwait City.
«Sono preoccupato perché questo impianto nucleare ci è molto vicino, a prescindere se sia localizzato in Iran o in un altro luogo ... Bisogna fare in modo che la tecnologia utilizzata sia davvero di alto livello».
Evidentemente le assicurazioni non sono bastate, visto che ieri il sottosegretario agli esteri del Kuwait, Khaled al Jarallah, ha detto che il timore di fughe nucleari involontarie hanno portato il suo governo ad intraprendere una pianificazione d'emergenza.
Gli iraniani sembrano abbastanza infastiditi per i timori dei loro minuscoli vicini (con i quali non è mai corso buon sangue nonostante la comune avversione per Saddam Hussein). Oggi il portavoce del ministri degli esteri di Teheran, Ramin Mehmanparast, ha ribadito alla Iranian Labour News Agency che «L'impianto nucleare di Bushehr è conforme alle norme di sicurezza di alto livello e non c'è grande preoccupazione per l'ambiente. Questo è stato confermato dall'Agenzia internazionale dell'energia atomica».
Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la Russia per la cooperazione con l'Iran per costruire la centrale di Bushehr in passato, e sospettano che l'Iran stia perseguendo un programma di energia atomica per ottenere armi nucleari.
Intanto al confine nord del Kuwait, quello da dove sono partite le due guerre del Golfo, qualcosa si muove: l'Unione europea ha deciso di aiutare l'Iraq a liberarsi dell'eredità nucleare della dittatura di Saddam Hussein, impianti civili (Nella foto uno) che non hanno nulla a che fare con le armi di distruzione di massa di cui si è favoleggiato per mandare i soldati occidentali fino a Bagdad, ma comunque installazioni dove Saddam giocava a fare il piccolo nuclerarista, sognando centrali e minacciando bombe atomiche, con i doni atomici forniti dagli allora amici occidentali e dai sovietici. Costruzioni obsolete e lesionate che stanno diventando ogni giorno più pericolose per la salute dei cittadini e l'ambiente.
L'Iaea spiega che «Ci sono una serie di siti in Iraq, che sono stati utilizzati per attività nucleari e che potenzialmente contengono quantità significative di materiale radioattivo. Molti di questi siti hanno subìto notevoli danni fisici durante le guerre del Golfo e alcuni sono stati oggetto di saccheggio di materiali e macchinari come una conseguenza della difficile situazione della sicurezza nel paese. Tutti questi siti hanno un certo grado di contaminazione e richiedono smantellamento e bonifica, al fine di garantire la sicurezza radiologica». L'Ue ha firmato un accordo che porterà i sui scienziati a fornire assistenza agli irakeni per lo smantellamento e la decontaminazione di impianti nucleari che sono stati realizzati quando Saddam Hussein era al potere. Bruxelles ha firmato con l'Iraq un contratto da 3,2 milioni dollari che prevede la bonifica degli impianti più "complicati" in meno tempo di quello che si prevedeva a Bagdad.
Attraverso un finanziamento Usa e l'assistenza dell'Iaea, gli scienziati iraniani stavano bonificando e smantellando dieci siti che contengono materiale nucleare obsolescente, ma fino ad ora i lavori procedevano con una lentezza estrema. Il programma dell'Ue prevede la fornitura all'Iraq per dismettere e smaltire materiali e scorie radioattivi. L'Ue sta bandendo una gara di appalto per le imprese interessate a fornire apparecchiature per gestire il programma di smantellamento.