[03/09/2010] News

La superstrada nel Serengeti che taglia le piste migratorie di gnu e zebre

LIVORNO. Il governo della Tanzania vuole costruire una superstrada per il traffico commerciale tra Arusha e Musoma, che entrerebbe nell'area nord del Serengeti National Park, tagliando la rotta migratoria di 2 milioni di gnu e zebre. Secondo la Frankfurt zoological society (Fzs) questo potrebbe portare la popolazione degli gnu ad un quarto di quella attuale, perché non riuscirabbero più a raggiungere le aree di pascolo e di riproduzione, inoltre la strada aumenterebbe il conflitti uomo-animali, anche con incidenti stradali con perdite umane e di fauna, l'aumento del trasporto di bestiame invece farebbe aumentare le malattie.

Per la Fzs «Queste aree wilderness sono un habitat fondamentale per specie minacciate come rinoceronti e licaoni e con molte buone ragioni il piano di gestione del Parco nazionale del Serengeti non consente strade commerciali in tutto questo settore». L'istituto tedesco non mette in dubbio che siano necessarie infrastrutture stradali per aiutare gli agricoltori a raggiungere i mercati e che sulla carta il percorso della strada proposta sensato perché è il più breve tra i centri abitati esistenti nel Serengeti.

«Ma siamo sinceramente convinti che la strada avrà effetti disastrosi per l'intero ecosistema. La parte nord del Serengeti e l'adiacente Masai Mara sono essenziali per la migrazione di gnu e zebre durante la stagione secca, in quanto è l'unica fonte d'acqua permanente durante tutto l'anno per questi mandrie. Calcoli recenti dimostrano che, se gli gnu dovessero essere tagliati fuori da queste zone critiche nella stagione secca, la popolazione avrebbe un probabile calo da 1,3 milioni a 200.000 animali». Questo significherebbe la fine di una delle più grandi migrazioni della natura. Secondo la Fzs «Le strade ad alto valore commerciale nelle aree protette si sono rivelate un disastro in tutto il mondo e l'Unesco ha fortemente raccomandato che le strade non dovrebbero passare attraverso qualsiasi parco nazionale o Patrimonio dell'umanità».

La Tanzania però vede in quella strada un tratto essenziale di un grande progetto commerciale per collegare rapidamente porti dell'Africa orientale come Mombasa, Dar es Salaam o Tanga con i Paesi dell'Africa centrale in rapida evoluzione. Ma così il Serengeti subirà in pieno l'aumento del traffico di camion che si annuncia imponente in Africa nei prossimi anni.

La strada taglierebbe in due la zona probabilmente con la più alta concentrazione di grandi mammiferi del mondo, rendendo necessarie recinzioni per evitare incidenti, danni ai veicoli e perdita di vite umane che sarebbero ostacoli insormontabili per gnu, zebre, eland ed elefanti che non potrebbero raggiungere l'unica fonte di acqua dolce disponibile durante la stagione secca: il fiume Mara. Purtroppo gli esempi non mancano: le recinzioni hanno già fermato le migrazioni di gnu e zebre in Botswana e in Canada la migrazione dell'alce nel Banff National Park è stata compromessa dalla realizzazione di una strada. E non si tratta di esempi isolati, le strade hanno causato distruzioni simile in tutto il mondo in molte zone dove esisteva una natura incontaminata.

In Africa gli investimenti provocati dalle nuove strade potrebbero avere conseguenze enormi per specie rare o minacciate: «Anche un aumento marginale dei tassi di mortalità per animali come ghepardo, che già soffrono di una mortalità del 90 % per i cuccioli, potrebbe trasformare popolazioni stabili in popolazioni in declino», dice la Fzs. Inoltre una strada che penetra in un parco si porta dietro inevitabilmente i bracconieri che ormai in Africa orientale operano in bande ben organizzate.

Eppure l'alternativa ci sarebbe e potrebbe rispondere meglio agli obiettivi di sviluppo economico per l'area: bypassare il Serengeti aggirandolo a sud con la costruzione di un collegamento asfaltato da Karatu all'esistente Shinyanga-Musoma Road, una strada che servirebbe addirittura 5 volte più abitanti di qualla progettata a nord e collegherebbe gli stessi principali centri regionali, salvando la biodiversità e l'incredibile bellezza del Serengeti

Con una grande percentuale di superficie protetta, la Tanzania è uno dei leader mondiali della salvaguardia della biodiversità ed è strano che punti a sconvolgere il Serengeti uno dei luoghi più maestosi e selvaggi della terra che rendono il nostro pianeta così speciale, ma soprattutto un successo ecologico ed economico della Tanzania, che attira un ricco turismo che non può essere scarificato a progetti di infrastrutture a breve termine, soprattutto quando esistono alternative ragionevoli .

Per questo l'Iucn ha scritto al presidente della Tanzania Jakaya Kikwete per esprimere tutta la sua preoccupazione: «Pur lodando l'impegno della Tanzania per la conservazione, rilevando che il 38% del suo territorio è già protetto, l'Iucn raccomanda di effettuare una completa valutazione di impatto ambientale della strada».

Nel frattempo, l'African wildlife foundation (Awf) ha lanciato una campagna per il percorso alternativo a sud alla quale hanno aderito molte Ong locali e internazionali. L'Awf esorta il governo della Tanzania a «Valutare le proposte alternative che lascerebbero l'ecosistema di questo parco nazionale tesoro intatto. Inoltre, gli impegni elettorali del governo di promuovere lo sviluppo economico della regione sarebbero meglio soddisfatti facendo leva su questo patrimonio mondiale, invece di frammentarlo».

Ma nonostante le proteste il progetto della strada va avanti e la sua costruzione potrebbe prendere il via nel 2012. In un recente discorso, il presidente Kikwete ha detto il meglio che poteva fare era quello di lasciare sterrato il tratto di strada che attraverserebbe le piste migratorie.

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