
[08/09/2010] News
LIVORNO. Stanotte alle 23 locali, una piattaforma petrolifera si è inclinata di 45 gradi nel Mar Cinese Orientale. Si tratta della piattaforma NO.3 della Shengli Oilfield a Dongying, nella provincia orientale di Shandong, che si trova a circa 5 miglia dalla costa cinese ed opera in un a zona di mare profonda appena 7 metri. Due persone sono cadute in acqua e mentre scriviamo l'agenzia ufficiale Xinhua informa che «Altre 34 sono prigioniere sulla piattaforma».
Il ministero dei trasporti cinese ha inviato delle squadre di soccorso e 6 navi ma Zhai Jiugang, un funzionario del centro di ricerca e soccorso marittimo della Cina, ha spiegato a Xinhua che «Un vento violento ha impedito ai battelli di soccorso di avvicinarsi alla piattaforma. Due elicotteri stanno ricercando le due persone in acqua». Secondo la direzione Shengli Oilfield «L'operatività della piattaforma è sospesa e le 34 persone bloccate non sono in pericolo. La valvola ella piattaforma è stata chiusa e non c'è alcun rischio di marea nera».
L'area dello Shengli Oil Field, nel delta del Fiume Giallo, dove operava la piattaforma, è il secondo più grande giacimento di petrolio della Cina e produce circa 650.000 barili di greggio al giorno. Si estende su un'area tra lo Shandong e il Mar di Bohai e l'area comprende 28 contee ed 8 prefetture cittadine. Il campo petrolifero, con riserve petrolifere accertate per 4,63 miliardi di tonnellate, è stato scoperto nel 1961 e la produzione è iniziata nel 1964.
Il padrone della Shengli Oilfield Company è il gigante petrolifero cinese Sinopec che opera anche in alcuni bacini petroliferi dello Xinjiang come Zhungeer , Tuha , Tacheng , così come a Chaidamu nel Qinghai e a Dunhuang nel Gansu. Alla fine del 2009 la Shengli Oilfield aveva concessioni in aree esplorative ampie 201.300 km2 sia onshore che offshore. Nel 2009 la Shengli Oilfield aveva prodotto greggio per 964 milioni di tonnellate, 1/5 della produzione totale di petrolio in tutta la Cina, e gas naturale per 40 miliardi e 635 milioni di metri cubi. E prima di questo clamoroso incidente si vantava di essere all'avanguardia della tecnologia petrolifera nazionale sia a livello di prospezione che di estrazione di petrolio e gas e di avere un centro di ricerca scientifico-tecnologica di assoluto livello mondiale.
Alla luce di quanto è successo è inquietante la promessa fatta all'inizio di quest'anno dalla Sinopec: «Nel 2010, la Shengli Oilfield, convinta che ogni sfida è un'opportunità, farà del suo meglio nell'industria petrolifera della Cina».