[08/09/2010] News
FIRENZE. L'United nations environment programme (Unep), chiede ai governi e alle autorità che si occupano di risorsa idrica di rivedere la normativa integrandola nella sua dimensione ambientale se si vuole scongiurare una crisi idrica globale giudicata possibile nel breve periodo. L'allarme e la proposta sono contenuti in un nuovo rapporto (Greening Water Law) presentato da Unep a Stoccolma dove è in corso la Settimana mondiale dell'acqua. Nel documento viene ribadito come sia in aumento la concorrenza tra le varie esigenze idriche della popolazione umana in rapida crescita e gli ecosistemi che hanno bisogno di acqua per mantenersi in vita. Secondo il rapporto dell'Unep questa è la sfida più importante che è di fronte ai governi di tutto il mondo: trovare il modo di soddisfare le crescenti esigenze di acqua della società umana, mantenendo in salute gli ecosistemi d'acqua dolce con tutta la loro biodiversità.
La sfida non è facile perché in entrambi gli ambiti, umano e ambientale (che in realtà non sono separati), si parte da una condizione di sofferenza. Quasi 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni anno per malattie gastroenteriche (colera, il tifo, e dissenteria) attribuibili ad una mancanza di acqua potabile e servizi igienici di base. Nel rapporto Unep si stima che se la comunità internazionale non riesce ad adottare misure per migliorare l'approvvigionamento d'acqua dolce per bere, la depurazione e l'igiene in generale, ben 135 milioni morti potrebbero verificarsi entro il 2020.
Del resto l'utilizzo non sostenibile delle acque dolci e l'impatto antropico sugli ecosistemi sono le cause principali della perdita di biodiversità i cui effetti sono ben evidenti in fiumi, laghi e zone umide in tutto il mondo. Ad esempio in Nord America circa il 27% della fauna d'acqua dolce è minacciato di estinzione a causa della carenza idrica e dell'inquinamento. In Croazia, per citare un altro esempio riportato nel rapporto, oltre un terzo di tutte le specie di pesci d'acqua dolce sono attualmente in pericolo. «Basta parole, è la legge che fornisce la struttura attraverso la quale le nuove politiche possano essere attuate- ha dichiarato il professor Gabriel Eckstein, principale autore dello studio- Per raggiungere un maggiore equilibrio tra le esigenze di acqua dell'uomo e dell'ambiente richiederà cambiamenti significativi nella legislazione con adeguati strumenti giuridici per raggiungere questo obiettivo».
Avere un governo mondiale dell'acqua che indichi le linee guida trovando adeguati "punti di caduta" per soddisfare tutte le esigenze, anche attraverso l'aiuto di una revisione normativa, è senza dubbio importante. Ma non basta. E' necessario cambiare modello di sviluppo economico indirizzandosi verso scelte "green", rivedere il concetto di distribuzione delle risorse di base e di accesso alle stesse, che se improntato all'equità porta di per sé ad una maggiore possibilità di mantenerle per le generazioni future. Tra le risorse ovviamente sono inclusi gli ecosistemi naturali con le specie animali e vegetali che vi vivono.