
[09/09/2010] News
LIVORNO. Il giornale di Islamabad Daily Times riferisce che il ministro pakistano dell'ambiente, Hameedullah Jan Afridi, ha detto che «Ingenti risorse sono necessarie per rilanciare il sistema economico, la ricostruzione delle aree colpite e la riabilitazione delle vittime causate delle pesanti inondazioni nel Paese e la nostra industriali potrebbe ottenere interessanti scambi esteri mediante crediti di carbonio tramite creazione di unità industriali all'interno del programma del Clean development mechanism (Cdm)».
Il Pakistan sta subendo una delle peggiori catastrofi ambientali, umanitarie ed economiche della storia, è un Paese in ginocchio con un governo inefficiente dove, nonostante migliaia di morti e milioni di profughi, mentre carestie e malattie avanzano, i diversi integralismi politici e religiosi si combattono a colpi di stragi nelle moschee e nei comizi. Il ministro si è rivolto ad un gruppo di commercianti e industriali ed ha detto che «La nostra economia è già così colpita a causa della attuale disastrosa situazione dell'alluvione nel Paese però il governo attualmente sta utilizzando tutte le risorse possibili per affrontare questo disastro nazionale». Afridi ha apprezzato il ruolo dei pakistani all'estero e della comunità internazionale che stanno fornendo i soccorsi alle persone colpite dal diluvio.
Poi ha spiegato che «Il programma Cdm è stato introdotto in via prioritaria in tutto il Paese. I traders e gli industriali pakistani sono consapevoli dell'importanza del programma Cdm. Allo stesso modo, con questo programma, i traders e gli industriali dovrebbero essere incoraggiati a realizzare impianti industriali che potrebbero accumulare carbon credits e promuovere attività environment friendly gases».
La disperazione del ministro fa balenare come immediate iniziative di lungo periodo e non tiene conto di quanto sta già succedendo proprio nei progetti Cdm, soprattutto quelli cinesi ed indiani, che tra il 2010 e il 2012 dovrebbero avere una crescita record. Probabilmente al disperato Pakistan fanno gola i prezzi delle quote dei separate contract che all'European Climate Exchange di Londra sono schizzati in alto del 9,5% fino a 92 centesimi di euro a tonnellata. Ma il Clean development mechanism executive board dell'Onu a Bonn sta rivedendo i progetti Cdm con quote relative alla distruzione di idrofluorocarburo-23 (Hfc-23) che sarebbero nient'altro che un trucco per frodare il Cdm e il balzo in avanti delle quotazioni, se i progetti asiatici si rivelassero non a norma, si trasformerebbe in una slavina.
Le quote Cdm sono arrivate a 21 centesimi di dollaro alla fine di luglio dopo che sono emersi i dubbi sui colossali progetti Hfc-23 che rappresentano circa la metà dei Cdm del mondo. I credits Onu dal dicembre sono saliti dell'1,3% a 14,15 euro a tonnellata mentre a Londra le EU allowances da dicembre sono salite dello 0,2% fino a 15, 75 euro. Il premio del 2010 dell'EU allowances per i crediti Onu si è ridotto dell'8,6 % a 1,60 euro, il minimo dal 19 agosto.