
[09/09/2010] News
LIVORNO. Intervenendo ad un summit sul gas il ministro dell'energia sudafricano Dipuo Peters ha detto che «Il ricorso massiccio del Sudafrica ai combustibili fossili come energia primaria a lungo termine può costituire una minaccia per il Paese e per la sua crescita "verde" a lungo termine. C'è un crescente interesse nel mondo per la ricerca e per lottare contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. La proliferazione e il rafforzamento del gas naturale ha un impatto significativo nella riduzione delle emissioni di carbonio, se può aiutare il nostro nuovo percorso di crescita, senza danneggiare il pianeta, abbiamo bisogno di esplorarla vigorosamente».
Secondo il Bua News, un giornale di Tshwane/Pretoria, la National energy regulator of S.A. sostiene che perché il gas sia al meno del 2% dell'energia del Sudafrica il Paese deve importatore circa 110 milioni di gigajoule di gas naturale all'anno dai giacimenti di gas di Pande e di Termane in Mozambico.
«La lenta introduzione del gas - spiega il giornale - è stata attribuita ad una serie di fattori tra cui il costo relativamente basso e la capacità delle grandi infrastrutture dell'energia elettrica nei decenni passati» e quando si parla di energia in Sudafrica si pensa al carbone.
Ma l'era del tutto-carbone sembra finita: Peters ha detto che entro 10 anni è prevista una crescita del 10% del consumo di gas in Sudafrica. Nessuno invece parla più delle centrali nucleari che il Sudafrica avrebbe dovuto far costruire ai francesi: troppo costose anche per il più ricco e sviluppato Paese africano e soprattutto circondate da un diffuso sentimento di ostilità, non solo politico, ma anche ambientale, visto che ricordano l'avventura nucleare militare-civile del regime razzista bianco che introdusse il nucleare in Africa grazie agli israeliani ed alla benevola "disattenzione" degli americani. Rova da guerra fredda e da apartheid...
Il governo sudafricano vuole invece accrescere il ruolo del gas per l'economia fino a 30 miliardi di rand con una centrale elettrica sulla costa occidentale che fornirà energia a Saldanha Bay e a Western Cape Peters ha confermato: «Quindi abbiamo davanti vaste opportunità, ci sono enormi investimenti da effettuare nel settore. Il black-out che nel 2008 ha fatto precipitare il Sudafrica nel buio a causa della pressione sulla rete elettrica nazionale è stato un indicatore di una minaccia imminente per la sicurezza energetica del paese. Come Paese ospitante il prossimo anno del Congress of Parties on climate change (Cop17), il Sudafrica è sotto pressione per spostarsi verso fonti energetiche più pulite. La promozione del consumo di gas naturale ha il potenziale per ridurre drasticamente le emissioni di carbonio come richiesto dalla United Nations convention on climate change della quale il Sudafrica è firmatario. Se il gas ci può aiutare ad incamminarci verso un mondo pulito, dobbiamo rivolgerci ad esso con tutto il vigore che occorre ed aiutare l'industria del gas ad ottenere questo, possiamo farlo solo se lavoriamo insieme. La decisione presa dal mio dipartimento di diversificare il consumo di energia nel Paese vuole garantire che i consumatori facciano uso di tutte le fonti di energia tra cui il gas e l'energia solare».