[13/09/2010] News
LIVORNO. Olivier de Schutter, inviato speciale dell'Onu sul diritto al cibo, ha concluso la sua missione in Siria il 7 settembre e nel suo rapporto svela una tragedia sconosciuta che avviene sulle rive del Mediterraneo, in un Paese del Medio Oriente che si pensava esente da questi problemi e che ospita anche centinaia di migliaia di profughi irakeni: «1,3 milioni di persone sono state colpite dalla siccità che dura da quattro anni, 800.000 delle quali hanno avuto il loro livello di vita devastato».
Due e forse tre milioni di siriani sarebbero precipitati in una condizione di "povertà estrema", ma il regime baatista della dinastia Assad continua a comprare armi e a spendere nell'avventura nucleare.
Selly Muzammil, portavoce del Programma alimentare mondiale (Pam) in Siria, conferma all'Irin, l'agenzia stampa umanitaria dell'Onu che «La situazione è davvero brutta».
A giugno la Fao aveva annunciato che finalmente la siccità in Siria sembrava conclusa con l'arrivo delle piogge ma le precipitazioni sono state inconsistenti e i raccolti si sono rivelati l'ennesimo fallimento.
Altre Agenzie dell'Onu confermano che la siccità è ancora in corso e Schutter sottolinea che dal 2006 la Siria è stata colpita da 4 consecutivi periodi di siccità, con quello del 2007-2008 che è stato particolarmente devastante: «Le perdite prodotte da questi frequenti periodi di siccità sono state significative per la popolazione nella parte nordorientale del Paese, in particolare ad Al-Hasakeh, Deir Ezzor e Al-Raqqa».
Ad essere più colpiti sono stati i piccoli agricoltori che non hanno potuto coltivare abbastanza cibo o guadagnare abbastanza soldi per sfamare le proprie famiglie. Ma secondo l'Onu c'è un'altra tragedia nascosta nelle terre aride trasformate in deserto da anni di siccità: i pastori hanno perso anche l'80-85% dei loro capi di bestiame.
Il regime di Damasco si è trovato di fronte a migliaia di persone che hanno lasciato le zone nord-est del Paese e che ora vivono in insediamenti informali o nei campi profughi vicino alla capitale siriana. Il governo nazional-socialista del Baath non fornisce cifre, ma gli esperti, in via ufficiosa, dicono che la cifra reale di coloro che vivono in "povertà estrema" potrebbe essere superiore alla stima 2 - 3 milioni di persone.
Eppure il governo continua a dire che la Siria è autosufficiente per il grano, l'alimento base dei siriani, ma per l'Irin «La siccità sta minacciando la sicurezza alimentare» perché la produzione non è stata all'altezza della domanda. Secondo i dati del governo il rendimento di quest'anno è stato di 3,3 milioni di tonnellate, rispetto alla domanda di 3,8 milioni di tonnellate. Ma la crisi e il divieto di esportazione del grano russo minaccia proprio Paesi amici di Mosca come la Siria.
Anche secondo Mario Zappacosta, un economista della divisione commercio e mercato della Fao, «La Siria in questo momento ha abbastanza scorte per la carenza. Il problema è che le famiglie povere hanno avuto diversi anni di cattivi raccolti quindi la loro capacità di resistenza è bassa. Per esempio, oggi molte famiglie non hanno accesso al credito».
Nonostante l'ottimismo di facciata il governo siriano è sempre più preoccupato per gli effetti dei cambiamenti climatici, che determinano la modifica delle condizioni meteorologiche e precipitazioni "incoerenti", che incidono negativamente sulla produzione agricola, fenomeni che è sempre più difficile attribuire a fluttuazioni naturali del clima.
Le risorse idriche, già scarse, sembrano essere state colpite in modo permanente: gli agricoltori utilizzano pozzi per attingere alle risorse idriche sotterranee a causa della mancanza di pioggia e l'utilizzo inefficiente dell'acqua ha ulteriormente aggravato la situazione. Schutter di ritorno dal Paese arabo ha detto che il bilancio delle falde freatiche rappresenta «Una grave preoccupazione».
Il governo siriano e l'Onu hanno distribuito cibo alle popolazioni colpite e hanno avviato iniziative per l'attuazione delle politiche agricole più efficienti. La rigida pianificazione centrale del regime baathista viene progressivamente sostituita da una pianificazione "indicativa" sostenuta da un fondo di sostegno agricolo che prevede sovvenzioni per alcune colture strategiche. All'inizio di questo mese nel bacino del basso Eufrate è stato avviato un progetto di irrigazione nell'area di Deir Ezzor per ridurre l'attingimento dalle riserve sotterranee.
Ma Schutter ha avvertito che il Syrian drought appeal non ha ricevuto abbastanza denaro e che questi tipi di aiuto sono "politicizzati". Secondo l'Onu è stato ricevuto solo il 34% del totale dei fondi richiesti. Una specie di punizione per lo Stato "canaglia" siriano che ricade sulla pelle e le pance dei suoi cittadini più poveri.
«Uno degli effetti della situazione attuale - spiega l'Irin - è stato quello di limitare i pacchi alimentari del Pam a 200.000 delle 300.000 persone alle quali si sperava di destinarli durante la distribuzione di giugno»