[13/09/2010] News
LIVORNO. Secondo la Boreal songbird initiative del Canada e numerosi ornitologi gli uccelli migratori che stanno arrivando sulla costa del Golfo del Messico per svernare potrebbero trovarsi di fronte ad una «Bomba ad orologeria in agguato».
La costa del Golfo rappresenta un habitat importantissimo per centinaia di specie di uccelli migratori che ritornano dalle aree di nidificazione del Canada, sia come habitat invernale che come sosta migratoria per le specie che compiono migrazioni più lunghe.
Jeff Wells, uno scienziato della Boreal songbird iniziative, spiega che «Ogni anno si verifica la più grande migrazione del mondo, quando miliardi di uccelli volano dal Canada nelle zone a sud, inclusa la Gulf Coast. Non siamo sicuri cosa questi uccelli si troveranno ad affrontare al momento del loro ritorno nelle zone colpite dalla marea nera, ma certamente un gran numero di uccelli potrebbero essere vulnerabili alle malattie o addirittura la morte».
Gli uccelli migratori della foresta boreale canadese rappresentano una percentuale significativa degli uccelli che si fermano per tutto l'inverno nella regione del Golfo del Messico o che sostano negli Usa durante i loro viaggi verso sud. La foresta boreale del Canada è ancora la più grande foresta intatta del mondo ed ospita oltre 300 specie di uccelli, tra le quali l'80% delle specie di uccelli acquatici del Nord America, il 63% dei fringuelli e il 53% delle capinere.
«C'è stata molta attenzione sugli effetti marea nera sulle specie stanziali locali - sottolinea Wells - Ma c'è una bomba a orologeria in agguato per gli uccelli acquatici e di molti uccelli limicoli che si riproducono nella foresta del Canada e che l'inverno si fermano nel Golfo. Quasi 5 miliardi di uccelli migratori canadesi volano verso sud ogni autunno. Siamo preoccupati che debbano affrontare gli effetti indesiderati, sia a breve che a lungo termine, sull'habitat costiero, e per le fonti di cibo e la loro salute».
La Gulf Coast è di vitale importanza per molte specie di uccelli delle zone umide. Paludi, spiagge e zone di marea fornisco aree ideali di nidificazione e l'habitat invernale per milioni di uccelli acquatici, marini, limicoli e altre specie legate agli ambienti acquicoli. Questi habitat forniscono sostentamento anche a pesci, molluschi e altra vita marina che a loro volta sono il cibo per molti di questi uccelli. Per questo l'impatto della marea nera provocata dal naufragio della piattaforma offshore Deepwater Horizon della Bp sulle fonti di cibo più piccole, come il plancton, potrebbe avere un effetto "domino" su tutta la catena alimentare. Inoltre quelli della Boreal songbird iniziative sottolineano che «Ci possono essere effetti anche a più lungo termine derivanti dalle conseguenze fisiologiche del petrolio ingerito che potrebbero comportare una diminuzione del successo dei tassi di riproduzione. Attualmente, gli uccelli nidificanti come sterne, gabbiani e pellicani sono quelli maggiormente colpiti dalla marea nera».
La costa della Louisiana ospita circa il 77% della popolazione statunitense nidificante di sterna beccapesci, il 52% della Sterna di Forster e il 44% per cento dei Black skimmer (Rynchops niger, becco a forbice nero).
Molte delle specie più a rischio di estinzione del Nord America passano una gran parte della loro vita nel Golfo del Messico, tra cui il rallo giallo (Coturnicops noveboracensis), il rallo nero (Laterallus jamaicensis), il corriere canoro (Charadrius melodus) e il piro-piro pettorossiccio minore (Limnodromus grisou) potrebbero subire per la marea nera danni a lungo termine con rischi per la sopravvivenza delle lo popolazioni totali.
Secondo Welles «Finora abbiamo visto davvero solo la punta dell'iceberg finora. Le specie provenienti dall'area boreale e da altri settori possono trovare habitat e fonti di cibo contaminati dal petrolio nel loro viaggio a sud, che possono causare malattie o addirittura la morte. Questi uccelli, e le generazioni che verranno dopo di loro, sono minacciati dall'impatto della marea nera sui loro essenziali habitat palustri e costieri. Anche se non c'è molto che si possa fare per attenuare gli effetti della marea nera sulla fauna selvatica, ci sono modi per proteggere le popolazioni di uccelli in futuro, attraverso la prevenzione della perdita e della frammentazione degli habitat, una delle principali cause di declino delle popolazioni di uccelli in tutto il mondo. Con la tutela degli ecosistemi intatti, come gli 1,4 miliardi di acri delle foreste boreali del Canada, possiamo dare a queste essenziali popolazioni di uccelli migratori una possibilità di riuscire a recuperare dopo eventi devastanti come lo sversamento di petrolio del Golfo».