[15/09/2010] News

Greenpeace occupa l’ambasciata italiana a Vienna contro il nucleare di Berlusconi

LIVORNO. Alle 9 di stamattina 40 attivisti di Greenpeace Italia e Austria hanno occupato l'ambasciata italiana a Vienna per protestare contro il "rinascimento" nucleare italiano. Un recente studio (Radioaktive Verstrahlung nach einem Reaktorunfall in Norditalien) effettuato per conto di Greenpeace Österreich dall'Institut für Meteorologie / Universität für Bodenkultur Wien Österreichisches Ökologie-Institut Wien, evidenzia il pericolo che correrebbe gran parte dell'Austria a causa di un potenziale incidente nucleare nell'Italia settentrionale. Greenpeace chiede al governo italiano di rendere noti subito e in maniera completa tutti i suoi piani nucleari e quelli dell'Enel che da oltre un anno sarebbero tenuti nascosti.

Alessandro Gianni, portavoce della campagna per Greenpeace Italia spiega che «I siti di queste centrali nucleari sono stati determinati a porte chiuse per iniziarne la costruzione nel più breve tempo possibile. Tanto grande è la paura che il governo italiano ha del suo popolo».

Greenpeace Österreich ricorda che già nel 2009 Berlusconi ha approvato il quadro giuridico per il rinascimento nucleare italiano e che «La  città del nord Italia di Chioggia, è nella lista delle probabili centrali previste, é situata  nelle immediate vicinanze di Venezia e di località note come Lignano, Jesolo, Bibione e Caorle, e a solo 160 km dal confine austriaco». Secondo Greenpeace mentre Berlusconi lavora per costruire una centrale nucleare dove moltissimi austriaci vanno in vacanza, il Cancelliere Faymann e il ministro degli esteri Spindelegger se ne stanno con le mani in mano mentre ai confini dell'Austria si costruiscono altri reattori nucleari: «E' giunto il momento di agire in modo a da non svegliarsi, come per è per Mochovce e Isar 1, dal loro sonno politico atomico quando è troppo tardi».

Il blitz di oggi all'ambasciata italiana fa parte della campagna virale di Greenpeace Österreich  Austria "Stop Berlusconi" per fermare i piani nucleari del nostro Presidente del Consiglio che comprende un sito web dedicato. Migliaia di  austriaci stanno firmando una petizione per chiedere a Berlusconi che l'Italia resti "libera dal nucleare", come l'Austria.

Greenpeace Italia spiega che «Gli austriaci, infatti, si preoccupano soprattutto perché uno dei siti nucleari più probabili in Italia, Chioggia, è vicino al loro confine, in particolare alle due province della Carinzia e della Stiria. Un reattore a Chioggia, a 30 Km da Venezia e vicino alle famose spiagge dell'Adriatico, rappresenterebbe un grave rischio per i turisti d'oltralpe che abitualmente passano in queste zone le loro vacanze».

A fine luglio si erano già avute le prime avvisaglie della campagna contro il nucleare italiano: i volontari di Greenpeace Austria hanno raccolto firme dei loro concittadini sulle spiagge di Lignano, Jesolo, Bibione e Caorle e insieme a Greenpeace Italia  hanno trasformato il Lido di Venezia in una spiaggia anti-nucleare, piantando ombrelloni gialli e striscioni a formare un enorme messaggio di 1.500 metri quadri contro il nucleare.

Un messaggio anti-nucleare firmato insieme da  Greenpeace Italia, Greenpeace Austria, Greenpeace Germania, Greenpeace Svizzera e Greenpeace Slovenia è stato consegnato al governatore della Regione Veneto, Luca Zaia che durante la campagna elettorale per le regionali  aveva detto che nella sua regione il nucleare non sarebbe mai passato, ma che, dopo eletto, non ha fatto assolutamente nulla per scongiurare le ipotesi di una centrale nucleare Enel a Chioggia o in provincia di Rovigo.

Secondo lo studio di Greenpeace l'Austria è sotto la minaccia di una nuova Chernobyl. in caso di incidente nucleare nel nord Italia: «I piani nucleari di Berlusconi minacciano non solo l'Italia ma rappresentano anche una minaccia per la popolazione austriaca; un incidente ad un reattore nel nord Italia sarebbe catastrofico. Le condizioni meteo produrrebbero una situazione simile alle condizioni del catastrofico incidente di Chernobyl -  dice Niklas Schinerl, portavoce anti-nucleare di Greenpeace - Le condizioni di vento e l'intensità delle precipitazioni possono fare in modo che la zona più gravemente colpita non sia quella più vicina a dove si trova la centrale nucleare, ma in realtà anche in un'area a centinaia di chilometri di distanza». I venti da sud trasformerebbero un incidente nucleare in Veneto in una contaminazione massiccia in Austria, e soprattutto la zona meridionale delle Alpi: Carinzia, Tirolo Orientale e parti della Stiria. Con scenari che  mostrano una contaminazione estesa a tutto il territorio nazionale.

Torna all'archivio