[23/09/2010] News toscana

Parco agricolo della Piana di Lucca: l'idea piace alla Regione ma speriamo ne comprenda le potenzialità

FIRENZE. E' piaciuta la proposta lanciata dalla provincia di Lucca per la creazione di un Parco agricolo della piana che valorizzi le peculiarità rurali, le produzioni agricole, riqualifichi alcune zone e privilegi una concezione di vita diversa, ma compatibile con l'espansione urbanistica degli ultimi decenni.  

L'idea progettuale è stata presentata oggi durante il convegno "Il Parco Agricolo: un nuovo strumento di pianificazione degli spazi aperti" organizzato dall'amministrazione provinciale. L'assessore provinciale all'agricoltura Alessandro Adami, ha sottolineato l'esigenza di una riflessione sui mutamenti del territorio, sul consumo di suolo in termini di quantità effettive indicando i punti di forza in ambito locale quali «l'espansione della viticoltura, la proliferazione degli agriturismi, la tenuta del settore florovivaistico in Versilia, nonché la qualità raggiunta dalle produzioni. Tutti elementi funzionali non solo ad una revisione del Ptc, ma anche all'idea stessa del Parco agricolo».

Secondo l'amministrazione provinciale il parco non dovrebbe essere configurabile come un'area dai confini precisi e da sottoporre a nuovi vincoli quanto, piuttosto, come un progetto che "rigeneri" il rapporto perduto città-campagna che fino alla metà del ‘900 aveva caratterizzato Lucca. Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata alle aree agricole ad elevata frammentazione vicine ai centri urbani con l'obiettivo di recuperare porzioni di zone rurali da riqualificare.

«In questo quadro un ruolo strategico, nell'elevare la qualità dell'abitare delle aree periurbane, è ricoperto dall'agricoltura multifunzionale mentre l'obiettivo è di innescare dinamiche virtuose di riequilibrio fra spazi aperti e zone edificate» ha aggiunto l'assessore provinciale all'urbanistica Luigi Rovai. Elementi di particolare interesse sono stati portati da Alberto Magnaghi docente di Pianificazione territoriale all'Università di Firenze che ha spiegato come «Il parco agricolo rappresenti una risposta alla crisi della città e un contributo concreto al benessere di chi abita nelle zone più urbanizzate».

Magnaghi tra l'altro ha illustrato i risultati di un'importante ricerca nazionale intitolata "Patto città-campagna" che ha interessato anche la Toscana centrale. Secondo questo studio, il modello del parco agricolo è in grado di restituire qualità sia al paesaggio urbano, definendone con chiarezza i margini, le funzioni e migliorando il livello dell'edilizia e dell'urbanistica, che a quello rurale, restituendogli il carattere specifico e frenando, dove possibile, il processo di degenerazione che ha portato all'urbanizzazione a volte scriteriata anche della campagna lucchese. L

'idea di parco agricolo è piaciuta all'assessore regionale all'agricoltura  Gianni Salvadori, che però ha disegnato uno scenario preoccupante del settore, con l'unica "isola felice" rappresentata dalla viticoltura. «Il paesaggio agricolo è un patrimonio inestimabile. Occorre riuscire a far tornare redditizio il lavoro in questo settore, cercando di dare nuova linfa vitale e di invertire una tendenza che vede l'età media dei contadini toscani intorno ai 62 anni». Non ci pare che siano state colte tutte le potenzialità della proposta.

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