[27/09/2010] News

Scorie nucleari: chiudere il cerchio o aprire il vaso di Pandora del plutonio?

LIVORNO. Il 21 e 22 settembre a Washington si è tenuto il meeting "America's Nuclear Future" della Blue Ribbon Commission per discutere come risolvere un antico problema atomico: il ritrattamento delle scorie dei reattori nucleari. «Si tratta di un'idea che nel pensiero di molti è stata risolta negli anni '70 - sottolinea Joseph Trento, un noto giornalista investigativo statunitense, che scrive per DCBureau.org  -  Dopo che l'India ha estratto plutonio dal suo combustibile per reattori civili ed ha  testato un'arma nucleare nel 1974, il presidente Gerald Ford ha sospeso il programma. Il Presidente Jimmy Carter, che ha fatto il militare su una nave nucleare, infine ha chiuso l'impianto di ritrattamento appena fuori dal Savannah River Site (Srs) alle porte di Barnwell, in South Carolina». Ad agosto una troupe di DCBureau.org ha visitato il vecchio impianto abbandonato.

Secondo esperti e scienziati statunitensi il loro Paese non ha bisogno di riprocessare o di separare chimicamente uranio e plutonio da combustibile nucleare esaurito. «Abbiamo accumulato abbastanza uranio e plutonio per soddisfare le nostre esigenze - scrive Trento nell'articolo "Closing the Nuclear Circle or Opening a Cornucopia of Plutonium?" - non abbiamo un deposito per stoccare le scorie attuali, tanto meno le scorie in più prodotte durante il riprocessamento. Creare una maggiore quantità di scorie non farà che aumentare le preoccupazioni riguardanti la proliferazione, specialmente di un attacco terroristico nucleare».

Perplessità che sono emerse con forza anche durante il meeting della Blue Ribbon Commission on America's Nuclear Future, ma nonostante una storia politica, finanziaria e ambientale non certo di successo (come dimostra anche il caso iraniano), il riprocessamento/ritrattamento delle scorie nucleari trova ancora negli Usa sostenitori pro-nucleari convinti che sia la risposta finale per chiudere quello che chiamano "the nuclear circle", il cerchio nucleare.

Attualmente nel mondo le barre di combustibile dei reattori vengono stoccate in loco e contengono più tonnellate di plutonio di quelle che avevano prodotto Stati Uniti ed  Unione Sovietica durante l'intera guerra fredda. I programmi nucleari russo, francese e giapponese sostegno il ritrattamento. Areva, il gigante del nucleare francese che è anche il maggior contractor del  Department of Energy Usa (Doe),  è ansiosa di vendere la sua tecnologia agli Stati Uniti, anche per incassare i dollari necessari a tamponare la sua imponente crisi economica..

Il presidente Barack  Obama ha stanziato miliardi per modernizzare il Doe e tra i finanziamenti ce n'è anche uno per la chiusura del cerchio nucleare. Il tentativo è quello di produrre, attraverso un procedimento chimico, più combustibile utilizzando quello esaurito dei reattori che nessuno sa più dove mettere.

Lo stesso Obama ha bloccato la realizzazione del contestatissimo sito di stoccaggio delle scorie nucleari di Yucca Mountain ed attualmente enormi quantità di scorie altamente radioattive sono  stoccate nel Savannah River Site (Srs) in default, e la National nuclear security agency (Nnsa) del Doe ne ha annunciato in arrivo molte di più.

Secondo Joseph Trento «La chiusura del "nuclear circle" è l'unicorno dell'industria nucleare. Non esiste. Non esiste un modo conosciuto sicuro per stoccare l'high-level nuclear waste. Il ritrattamento produce un alto livello di rifiuti».

Il team di DCBureau.org rivela lo scambio di opinioni sui programmi di riprocessamento francesi e giapponesi tra l'ex senatore del New Mexico Pete Domenici, un sostenitore ad oltranza del nucleare, e il professore della Princeton università Frank von Hippel, un esperto di nucleare di fama internazionale, dal quale viene fuori che alcuni esperti temono che la Nnsa, l'agenzia super segreta del governo incaricata della gestione delle armi nucleari, potrebbe essere spinta a rivedere le sue politiche di riprocessamento. Si tratta della costruzione di un impianto mixed oxide fuel plant (Mox) al Srs, anche se non ci sono clienti commerciali per i reattori nucleari civili e se l'impianto potrà entrare in produzione presumibilmente solo nel 2018. Il problema è che, anche se i l'impianto Mox avesse successo, produrrebbe scorie nucleari con un livello di radioattività ancora più alto.

Trovare un accettabile, deposito a lungo termine di alto livello di scorie nucleari è la più grande sfida cui tutti i paesi con reattori nucleari militari o civili facciano. Se la Blue Ribbon Commissione trovasse una soluzione, avrebbe risolto un problema sul quale si sono rotte la testa generazioni di scienziati e ingegneri. Avrebbe trovato l'unicorno nucleare, ma la chiusura del "nuclear circle" per ora somiglia più all'apertura di un nuovo vaso di Pandora.

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