[27/09/2010] News toscana
FIRENZE. In Consiglio Regionale si parla di caccia e allora le leggi e le sentenze della Corte Costituzionale non contano e i pareri degli Organismi tecnici competenti non valgono nulla.
Se domani passeranno le due proposte di legge in tema di caccia (cattura degli uccelli selvatici a fini di richiamo e caccia in deroga sullo storno) che sono state poste all'ordine del giorno, questa è la realtà che ci troviamo di fronte, dove per venire incontro alle richieste del mondo venatorio si passa sopra a tutto, compresa la legalità.
E' infatti in via di approvazione una leggina uguale ad un provvedimento precedente che solo due mesi fa è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale.
E questo per quale motivo? Per far catturare dalla libertà migliaia di uccelli selvatici destinati ad essere usati come richiami vivi nella caccia e quindi ad una vita di prigionia e di atroci sofferenze. Un provvedimento ingiusto e illegittimo, finalizzato a perpetuare un'attività eticamente ormai inaccettabile e dannosa per la nostra fauna selvatica.
Per favorire il mondo venatorio si arriva addirittura a proporre leggi con contenuti viziati da incostituzionalità (come ricordato nel suo parere anche dallo stesso Ufficio Giuridico della Regione), negando così anche quella cultura della legalità che speravamo potesse e volesse essere un filo guida conduttore delle politiche della Regione Toscana.
Accanto a questo, viene riproposta anche la caccia in deroga sulla specie Storno, provvedimento che non rispetta i rigidi criteri indicati dalla direttiva europea per poter avviare delle deroghe sulle specie cacciabili e che ha già ottenuto un parere del tutto negativo da parte dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, massimo organo tecnico scientifico delegato dalla legge nazionale a verificare l'adeguatezza delle scelte in tema di gestione faunistico-venatoria, fra cui quelle in tema di deroghe alle direttive comunitarie.
Si tratta di un provvedimento che viene giustificato adducendo la motivazione dei danni alle colture agricole ma che in realtà è costruito sulla base delle richieste dei cacciatori e non dei problemi dell'agricoltura, come è evidente dal fatto che non si cercano interventi altri se non quello del fucile e che si permette di sparare diffusamente sul territorio e per un ampio periodo senza reali legami con la consistenza e la localizzazione spaziotemporale dei danni alle colture. Un altro esempio di malagestione della fauna e dell'ambiente.
Sembra che a nulla sia servita la lettera che il WWF ha inviato a tutti i Consiglieri regionali e ai componenti della Giunta, chiedendo il rispetto della sentenza della Corte sulle catture degli uccelli.
Ma addirittura sembra che a nulla serva neppure il parere dell'Ufficio Affari Giuridici della Regione, che ha segnalato ai Consiglieri l'illegittimità e incostituzionalità di entrambi i provvedimenti.
Il WWF chiede a tutti i Consiglieri di votare contro dei provvedimenti che sono palesemente illegittimi.
Se i provvedimenti saranno approvati, il WWF ricorrerà alle vie legali. Già l'anno scorso proprio su esposto del WWF il Consiglio dei Ministri aveva impugnato di fronte alla Corte Costituzionale il precedente analogo provvedimento sui richiami vivi per illegittimità (in assenza del necessario parere positivo dell'ISPRA, organismo tecnico-scientifico competente). Percorreremo nuovamente questa strada e quante altre possibili per ottenere il rispetto delle norme vigenti.
Si ricorda anche come provvedimenti di questo tipo e chi li approva espongono la Regione a procedure di infrazione da parte della Comunità Europea che possono portare a pesanti sanzioni economiche a carico di tutta la collettività, danno che si aggiunge a quello diretto a carico della fauna selvatica, bene pubblico.