[28/09/2010] News

Lo strano incidente nucleare in Sudafrica: 91 lavoratori contaminati non si sa come e quando

LIVORNO. Il Nuclear national regulator del Sudafrica (Nnrs) ha confermato che i livelli radioattivi nell'area della centrale nucleare di Koeberg (Nella foto) sono aumentati per due giorni e che un'ottantina di lavoratori dell'impianto (poi rivelatisi 91) sarebbero stati contaminati. L'impianto di Koeberg, l'unica centrale nucleare del Sudafrica, che sorge a 3 km da Città del Capo, ha una potenza installata da 1.800 MW, con una produzione annua di energia elettrica di 13.668 GWh, ed utilizza due reattori ad acqua pressurizzata da 900 MW l'uno. L'incidente sarebbe accaduto nell'unità 1 di Koeberg,

Il Nnrsa ha iniziato a intervistare i lavoratori contaminati con bassi livelli di cobalto-58, mentre stavano eseguendo non ben definiti lavori di manutenzione all'inizio di settembre. Ma la Eskom, il monopolista pubblico dell'energia sudafricana, ha ammesso l'incidente solo il 22 settembre dicendo che comunque i lavoratori erano stati esposti alla contaminazione per un solo giorno. Ora il  Nuclear national regulator dice che anche l' 11 e 12 settembre «elevati livelli di attività nell'aria sono stati rilevati nell'edificio del reattore».

A quel punto il portavoce della Eskom, Karen de Villiers, ha ammesso che 79 lavoratori erano in realtà stati contaminati solo il 12 settembre e ha detto con una candida faccia tosta: «I livelli potrebbero essere aumentati nello stesso periodo. Vanno su e giù a seconda dei lavori che vengono fatti. Il livelli sono considerati normali e nessuno è stato in pericolo». Poi ha "giustificato" la cosa così: «Simili incidenti sono successi anche prima».

Anche secondo le indagini preliminari del Nnrsa i lavoratori sono stati esposti a livelli di radiazioni "normali", ma ha avviato indagini sull'incidente e sulla gestione della centrale nucleare. L'amministratore delegato  del Nuclear national regulator, Boyce Mkhize, però non la pensa come il portavoce della Eskom: «Ogni evento nucleare, anche di minore entità, è grave», ha detto, confermando di aver inviato  5 ispettori a Koeberg  che hanno iniziato a controllare e ad indagare sull'incidente dal 23 settembre. Lo stesso giorno i  rappresentanti della Eskom sono stati convocati dal  procuratore distrettuale Pieter van Dalen per essere interrogati sull'incidente.

L'allarme sarebbe scattato  quando nell'unità 1 sono aumentati i livelli di radiazioni nell'aria, ma il personale della sala di controllo non è stato in grado di reagire. Anzi, i lavoratori sono rimasti nell'area a rischio, non si sono spostati nell'area "pulita", nonostante gli allarmi acustici rivelassero una contaminazione interna. Secondo il procuratore Van Dalen, «Eskom ha ammesso che è stata costretta ad abbassare il livello di contaminazione a cui scattano gli allarmi acustici della control room a un fattore 10».

De Villiers invece nega addirittura che quel giorno (quale?) sia scattato l'allarme, ma conferma che la Eskom lo aveva "regolato": «Abbiamo deciso di mettere i livelli di allarme ancora più bassi di quanto lo fossero». Comunque, dal 22 settembre anche la Eskom sta svolgendo un'indagine interna affidata ad un team di tecnici per capire cosa ha contaminato i 91 lavoratori e in un comunicato informa che il team dovrà «Raccomandare misure per evitare episodi simili in futuro». Secondo la stampa sudafricana questa è un'ammissione che un incidente con contaminazione radioattiva si è verificato circa due settimane fa.

La Eskom conferma e minimizza: «La dose peggiore assunta da qualcuno è stata un mezzo punto percentuale della dose annua consentita per come stabilito dal Nuclear national regulator. Questi livelli di assunzione non sono considerati come aventi effetti nocivi per la salute delle persone o degli animali. Tutti i lavoratori colpiti dall'incidente sono già tornati al lavoro. La gestione di Koeberg ha accertato che tutte le precauzioni necessarie sono state prese e tutte le procedure e i regolamenti sono stati rispettati., un'iniziativa è stata immediatamente presa per tutelare i lavoratori e per ridurre i livelli di contaminazione al minimo assoluto».

Quel che si sa con certezza da questa contraddittoria ricostruzione (tutto è a posto, non è successo niente... l'incidente c'è stato e i lavoratori sono stati contaminati ed evacuati) è che i livelli di radioattività nell'aria sono tornati normali solo dopo due giorni e che la Eskom ora li monitora costantemente all'interno dell'unità 1, ammettendo che «Qualsiasi aumento significativo dei livelli di radiazioni nell'aria richiederà una fermata del lavoro e l'evacuazione dell'edificio del reattore». Ma non era successo nulla?

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