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[28/09/2010] News toscana
FIRENZE. Con 23 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la controversa e contestatissima disciplina per autorizzare la cattura degli uccelli. Un provvedimento che ha visto un voto bipartisan di centro-destra e centro-sinistra ma sul quale non sono mancati distinguo.
Il Wwf Toscana è a dir poco indignato: «In Consiglio Regionale si parla di caccia e allora le leggi e le sentenze della Corte Costituzionale non contano e i pareri degli Organismi tecnici competenti non valgono nulla. Di fronte a due proposte di legge sulla cattura degli uccelli a fini di richiamo per la caccia e sulla caccia in deroga allo storno in contrasto con le direttive comunitarie, il Wwf aveva cercato tutte le strade per convincere il Consiglio Regionale a fare un dietrofront».
Gli ambientalisti sottolineano tutti i passi tentati per evitare un voto che giudicano in violazione delle normative europee,: il Wwf: «1) ha sollevato la problematica, quando le intenzioni dei propositori, in particolare per quanto riguarda la leggina sulle catture degli uccelli già bocciata dalla Corte Costituzionale nella sua analoga versione di un anno fa, era quella di far passare in sordina il provvedimento; 2) ha inviato una lettera a tutti i Consiglieri segnalando l'illegittimità e incostituzionalità di quanto si andava prefigurando per i richiami vivi; 3) ha visto convalidare le proprie considerazioni dallo stesso Ufficio Affari Giuridici della Regione Toscana, che ha segnalato l'evidente illegittimità di entrambi gli atti, indicando anche una possibile responsabilità per danno erariale da parte dei Consiglieri votanti (per i danni alla fauna, patrimonio dello stato, e per il rischio di sanzioni economiche dalla Comunità europea); 4) ha partecipato ieri ad una conferenza stampa con i pochi Consiglieri che hanno al momento dimostrato la loro volontà e il loro impegno per fermare i provvedimenti (Federazione della Sinistra, Italia dei Valori); 5) ha segnalato in più occasioni la problematica alla stampa».
Ma il Panda toscano prende atto sconsolato che «Tutto questo è servito per ora a salvare gli storni ma non le migliaia di uccelli selvatici che potranno essere catturati e detenuti per facilitare l'attività venatoria». L'accusa a tutta la politica toscana è pesante ma ben supportata dalle scelte precedenti fatte dalla Regione: «Per venire incontro alle richieste del mondo venatorio si passa sopra a tutto, compresa la legalità. E' così che si torna ad approvare un provvedimento, i cui contenuti erano stati già bocciati due mesi fa dalla Corte Costituzionale e tutto questo per far catturare dalla libertà migliaia di uccelli selvatici destinati ad essere usati come richiami vivi nella caccia e quindi ad una vita di prigionia e di atroci sofferenze (5000 quelli di cui la nuova legge permette la cattura; circa 250.000 gli uccelli attualmente detenuti a fini di richiamo in Toscana). Un provvedimento ingiusto e illegittimo, finalizzato a perpetuare un'attività eticamente ormai inaccettabile e dannosa per la nostra fauna selvatica».
Il provvedimento è stato illustrato dal presidente della commissione Agricoltura Loris Rossetti che ha detto che serve «A contrastare il commercio illegale di uccelli da richiamo. Anche per l'anno in corso, quindi, gli impianti di cattura potranno essere aperti. Nelle corde della normativa, l'intenzione della Regione a raggiungere una piena autonomia nel settore aumentando gradualmente la consistenza degli allevamenti. La disponibilità degli uccelli da richiamo, però, risulta ancora largamente insufficiente rispetto alle necessità. I cacciatori toscani che cacciano la selvaggina migratoria sono circa 32.500. Il numero degli impianti e degli uccelli catturabili è in diminuzione costante. Nel 1998 gli impianti erano 34 e gli uccelli catturabili 15.595, mentre quest'anno gli impianti sono 15 e le catture previste 5.090: cesena, 400; merlo, 880; tordo bottaccio 1.950; tordo tassello, 1860. Le province di Livorno, Massa Carrara, Grosseto e Prato non hanno avuto richieste e non attiveranno nessun impianto. L'attività di cattura sarà possibile fino al 31 dicembre 2010 ed ogni esemplare catturato sarà venduto a 20 euro. Fin dal 2005 la Regione Toscana ha creato un archivio informatico presso le amministrazioni provinciali, nel quale sono censiti tutti gli uccelli da richiamo in possesso dei cacciatori, costantemente aggiornato su acquisti, cessioni, decessi».
Le Province di Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia e Siena potranno quindi attivare i propri impianti.
Il Wwf ricorda che «Provvedimenti di questo tipo, e quindi chi li approva, espongono la Regione a procedure di infrazione da parte della Comunità Europea che possono portare a pesanti sanzioni economiche a carico di tutta la collettività, danno che si aggiunge a quello diretto a carico della fauna selvatica, bene pubblico». Poi gli ambientalisti danno un'informazione/minaccia: «Sul sito del Wwf Toscana ( www.wwf.it/toscana ) sarà segnalato come ogni Consigliere ha votato sui due provvedimenti».
Tra questi non ci sarà Mauro Romanelli, della Federazione della Sinistra - Verdi, che si è dichiarato «fortemente contrario» al provvedimento proposto dalla maggioranza di cui fa parte perché «Illegittimo e non rispondente alla sentenza emanata dalla Corte costituzionale non meno di due mesi fa». Romanelli ha anche chiesto di illustrare nel dettaglio il parere richiesto agli uffici legali, ricordato dal Wwf. Richiesta respinta dal presidente Alberto Monaci perché «Già ampiamente discusso. La richiesta di un supplemento di indagine è stata abbondantemente assolta. Tutti i consiglieri sono in grado di esprimere un parere sulla proposta».
Romanelli, ha risposto: «Oggi si consuma un evento non edificante. Mi auguro che giornate come queste, che non assomigliano alla Toscana, non si ripetano in futuro». La presidente del gruppo Idv, Marta Gazzarri, ha motivato così la sua non partecipazione asl voto: «La legge è incostituzionale. Senza entrare nel merito della disciplina, sul metodo occorre essere chiari. Non si può disattendere una sentenza della Corte». Anche il presidente del Pdl, Alberto Magnolfi, ha disertato il fronte pro-caccia libera che annovera fieri sostenitori nel centro-destra: «Non si tratta di esprimere un voto contrario o favore della caccia, ma di pronunciarsi su una conclamata incostituzionalità».
Indefettibile nel sostegno invece il presidente del gruppo Pd Vittorio Bugli: «La legge disciplina una pratica svolta in tutte le regioni d'Italia». Ma il suo collega di partito Fabrizio Mattei non ha partecipato al voto.
Entusiasta invece l'adesione all'uccellagione bi-partisan del vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti, PdL: «La volontà di votare a favore di chi, legittimamente, vuole esercitare l'attività venatoria. Dall'Aula dovrebbe semmai partire un dibattito più ampio a cominciare dall'acquisizione di pareri non viziati da pregiudizi ideologici», evidentemente anche il suo presidente Magnolfi e il suo ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che ieri aveva pesantemente criticato la legge toscana, hanno questo tipo di pregiudizi.