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[28/09/2010] News toscana
FIRENZE. Una delle grandi criticità ambientali del Pianeta è rappresentata da quel fenomeno che la letteratura scientifica definisce "la fertilizzazione globale", cioè la presenza e l'accumulo sempre più significativo nella biosfera e, particolarmente, nelle acque di una grande quantità di azoto di origine antropica, sempre più difficilmente smaltibile con il normale ciclo biogeochimico.
Il ruolo delle fasce tampone, zone di terreno coperte da vegetazione (erbacea, arbustiva, arborea) naturale o coltivata, poste fra una fonte di inquinamento diffuso - come ad esempio un campo coltivato e concimato - e un corso d'acqua (fiume, torrente, canale, scolina, lago), è proprio quello di ridurre il rilascio di sostanze inquinanti nelle acque. Infatti, l'acqua piovana o di irrigazione in cui si sono accumulati i nutrienti (azoto e fosforo) ed i fitofarmaci, defluisce lungo le linee di pendenza, attraversa gli apparati radicali delle piante e la lettiera, sedi in cui vengano intercettate ed assorbite queste sostanze, evitando che finiscano massicciamente nelle acque.
Questo è l'obiettivo del progetto sperimentale RI.PA.RI. (Riduzione impatto pressioni agricole sulla risorsa idrica) presentato nella mattinata a Cesa-Marciano della Chiana (Arezzo) al Centro per il Collaudo ed il Trasferimento dell'Innovazione di Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo forestale), elaborato da Hydrogea Vision Srl., E.T.G. Srl, Ise (Istituto per lo studio degli ecosistemi) del Cnr di Firenze e finanziato dalla Regione Toscana attraverso il POR FESR 2007 - 2013.
«Il progetto prevede la realizzazione di un sistema pilota di Fascia Tampone nell'area della Valdichiana, "zona vulnerabile" per i nitrati ai sensi del D.Lgs. 152/06 - ha specificato Marco Mazzoni di Hydrogea Vision Srl, coordinatore dello studio - con l'obiettivo di verificare la reale efficacia di abbattimento dei carichi inquinanti da parte delle piante e le correlazioni con le eventuali modificazioni della biodiversità degli ecosistemi idrici superficiali e sotterranei».
L'impianto sarà attuato sul Fosso Pontino a Cesa, all'interno del Centro per il Collaudo ed il Trasferimento dell'Innovazione di Arsia, agenzia che da tempo opera anche per ridurre l'impatto dell'agricoltura sulle acque.
«Attraverso la realizzazione del sistema pilota - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Direttore dell'Arsia - l'Agenzia intende valutare se l'impianto di fasce tampone lungo i corsi d'acqua può rappresentare una soluzione efficace per contenere, soprattutto nelle Zone Vulnerabili da nitrati, l'afflusso di nutrienti provenienti dai sistemi agricoli e contribuire alla tutela delle risorse idriche».
Il progetto Ripari è suddiviso in 4 fasi principali: Caratterizzazione dell'area d'intervento; Realizzazione sistema Pilota di Fascia Tampone (FT) e del sistema di monitoraggio; Monitoraggio; Disseminazione dei risultati del progetto.
Quest'ultima fase, fondamentale in un Progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, prevede varie attività e l'utilizzo di diversi strumenti, dalla pubblicazione dei dati di monitoraggio elaborati, ad attività formative e di diffusione dell'informazione scientifica. «Il progetto R.I.P.A.R.I - ha sottolineato l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini - è perfettamente coerente alle azioni previste nel piano di tutela delle acque approvato dalla Regione Toscana nel Gennaio 2005, fatte proprie anche dal piano di gestione del distretto Appennino settentrionale adottate nel febbraio 2010, e dimostra che la sperimentazione può rappresentare un esempio, o meglio, può confermare che l'attività agricola può conciliarsi molto bene con la tutela dell'ambiente e del paesaggio. Il problema di tutela delle acque d'altra parte, è una questione con doppia valenza: ambientale e economica. L'aspetto economico non è secondario e deve essere considerato in maniera più seria di quanto fatto finora. Perché le attività umane producono impatti sull'ambiente che si traducono in costi ambientali che, se non direttamente contabilizzati sulle stesse attività, prima o poi vengono sostenuti dall'intera collettività».