[29/09/2010] News
Il SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, non è ancora entrato in funzione ma si è già rivelato un pasticcio. Oltre ai gravi problemi tecnici e gestionali che ne precedono l'avvio, che da mesi denunciamo con forza insieme alle imprese, spunta una trama non limpida dietro il brevetto e la progettazione del software.
Secondo diverse testate giornalistiche il ministero dell'Ambiente avrebbe gestito il progetto Sistri affidandone la realizzazione ad una controllata del gruppo Finmeccanica, la Selex service mangement, senza indire una gara pubblica e con la copertura del segreto di Stato. In considerazione della nuova drammatica emergenza ambientale in Campania e degli interessi fortissimi della criminalità organizzata nel business dei rifiuti si impone la massima trasparenza su un progetto, qual è il Sistri, che vale centinaia di milioni di euro.
Altro aspetto oscuro della vicenda riguarda il costo per la registrazione del brevetto, che ammonterebbe 5 milioni di euro. Ma dal 2007 per il deposito delle domande di brevetto per via telematica è prevista una tariffa unica per diritti di deposito ridotta rispetto al deposito cartaceo, che è di soli 50 euro. Inoltre consultando il database dell'Ufficio Italiano Marchi e Brevetti si scopre che dal marzo 2003 è registrato il titolo 'Sistema e metodo per la gestione ed il controllo di dati relativi al trattamento di materiale, in particolare rifiuti' registrato dall'Anpa, Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente.
Questo brevetto non è altro che il Sistri, il Sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti. Dunque ci si chiede perché sarebbero stati spesi 5 milioni per un brevetto che già esisteva e già era di un ente statale e perché è stato secretato come 'tecnologia militare' se invece il brevetto del 2003 dell'Anpa è accessibile al pubblico.
I problemi tecnici denunciati dalle aziende che dovranno utilizzare il Sistri e i ricorsi amministrativi delle aziende di software che hanno denunciato la mancata gara e la creazione di un monopolio di fatto a favore della controllata di Finmeccanica impongono una proroga dell'entrata in vigore del sistema, oltre a delle spiegazioni in Parlamento su una vicenda per molti aspetti opaca.