[30/09/2010] News
LIVORNO. Concessionari, produttori e a cascata perfino operai del settore motoristico delle 2 ruote sono in trepidante attesa di conoscere quanti dei 124 milioni di euro avanzati da quel calderone (o listone della spesa che dir si voglia) che era il decreto incentivi della scorsa primavera e assegnati ai più vari settori, potrà essere stornato nuovamente su scooter & affini, che in appena tre settimane avevano invece esaurito i 12 milioni loro assegnati dal ministero dello Sviluppo.
Il sottosegretario Saglia, facente le funzioni del ministro assente da 5 mesi, ha fatto capire che il criterio per la redistribuzione dei 124 milioni (provenienti in special modo dall'efficienza energetica industriale, che ha attualmente solo l'0,2% di fondi prenotati, per le gru a torre è il 14% e negli immobili ad alta efficienza il 21%) potrebbe proprio essere quello di fare una proporzione rispetto all'utilizzo effettivo dei fondi per ciascun settore, quindi di fatto un premio ai motorini e una punizione per l'efficienza energetica delle industrie, che effettivamente ha lasciato sul tavolo quasi tutti fondi stanziati dal ministero.
Eppure qualcosa non torna. Ammettiamo che la sostenibilità e l'efficienza energetica in questo caso, siano "solo" una leva per uscire dalle crisi come sostiene Confindustria (e non un perno su cui impostare un nuovo e durato modello di sviluppo più sostenibile, come invece ripetiamo noi): possibile allora che questi soldi prima vengano sparsi a casaccio tra i vari settori a mo' di contentino, senza alcun criterio direttore (erano stati resi disponibili 85 milioni di euro per le abitazioni ad alta efficienza energetica, 58 milioni per l'acquisto dei mobili della cucina; 50 milioni per gli elettrodomestici; 12 milioni per gli eco-scooter elettrici o Euro 3 in sostituzione di quelli euro 0 o 1; 10 milioni per i motori nautici a basso impatto in sostituzione di quelli di vecchia generazione; 35 milioni per le gru edili, 18 milioni per i trattori, 13 milioni per i rimorchi - ogni scusa è buona in questo paese per spingere l'autotrasporto e il traffico su gomma - e 10 milioni per i motori ad alta efficienza energetica), e poi allo stesso modo, senza alcuna valutazione di merito da parte di chi governa, redistribuiti ai più bravi a impossessarsene.
Salvo poi scoprire che per esempio è molto più facile aderire agli incentivi da parte del sistema motoristico - che in fatto di incentivi ha ormai un'esperienza supercollaudata - piuttosto che da parte delle industrie, che a fronte di investimenti in processi produttivi si sono trovate davanti una montagna di burocrazia troppo difficile da scalare. Siamo cioè sicuri della pigrizia del settore industriale oppure si poteva fare un po' di autocritica e andare a vedere se sono state davvero messe in condizione di accedere a questi incentivi? Ecco perché la scelta disegnata dal governo assomiglia a quella di un Ponzio Pilato, che se ne lava le mai e abdica al suo ruolo che è quello di decidere e agire di conseguenza, invece che far scegliere gli altri, che guarda caso sono sempre i più forti.