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[24/08/2009] News toscana
FIRENZE. I licenziamenti non vanno in ferie e neanche la morte sul lavoro: domenica 16 agosto a Lucca ha perso la vita un operaio di 53 anni, German Gerardo Carrasco Huanan.
Eppure i lavoratori reagiscono, in forme inedite. Dalla Innse di Lambrate, alla CIM di Marcellina, a Foiano della Chiana (AR) dove per evitare di essere licenziati 41 lavoratori hanno rilevato l'azienda Tabitaly. Così a Catania dove 100 operai attendono di sapere se possono acquistare la società di elettronica, a Milano dove in 130 presidiano la fabbrica progettando una soluzione analoga. Per non parlare invece del caso increscioso dei lavoratori di una fabbrica francese che hanno minacciato di contaminare la Senna con migliaia di litri di addittivi pericolosissimi. Ma al di là di questo caso-limite, sicuramente da stigmatizzare, e concentrandosi invece sulle battaglie italiane, si tratta per ora, di risposte parziali che non fanno una strategia definita, ma se dessero risposte anche ai giovani precari che hanno perso il lavoro...
Per farlo hanno bisogno che istituzioni e soggetti sociali a livello locale facciano la loro parte di fronte al fenomeno nuovo, per questo secolo, della disoccupazione crescente, di una sovracapacità produttiva che non trova sbocco, ad atteggiamenti di persone, che avevano un lavoro e dalla mattina alla sera non l'hanno più, altrettanto nuovi.
La Toscana potrebbe giocare la carta di una concertazione del lavoro più che ventennale, ma occorrerebbero alcuni punti fermi e novità di rilievo.
Promuovere il lavoro come conoscenza, ossia il lavoro come sapere, come saper fare, come saper connettere e interagire che non sono da considerare attributi accanto ad altri di diversa natura ma l'essenza stessa del lavoro di oggi: lavoro istruito a conoscenza crescente soprattutto sul versante tecnologico, organizzativo e delle relazioni tra reti. Ciò fa del lavoro la base per accrescere la coesione sociale, coinvolgere le comunità locali nella gestione dei servizi locali e dell'ambiente, estendere le forme di lavoro sociale e l'organizzazione del lavoro sociale nell'impresa e valorizzare la flessibilità passando da un concetto prevalentemente tecnologico-industriale ad uno socio-organizzativo come il lavoro versatile perché autonomo e istruito.
Un simile patto del lavoro non può che fondarsi sul principio della parità di trattamento dei lavoratori e dei disoccupati, operando perché le differenze di sesso, religione, od origine non siano causa di discriminazione. Promuovere l'eliminazione di ogni discriminazione diretta e indiretta e l'adozione di misure, compresi progetti di azioni positive, per evitare o compensare situazioni di disparità. Ciò deve valere anche nell'accesso al lavoro e a tutti i tipi e livelli di orientamento e formazione professionale.
Così è possibile assicurare a livello locale coerenza con i CCNL e condizioni di lavoro eque e giuste, cioè il diritto a un equo salario ed ad una uguale remunerazione per lavoro di uguale valore, in base ad una valutazione obiettiva del lavoro svolto, senza distinzione di alcun genere.
E' l'etica dello sviluppo sostenibile che applica all'economia il criterio del rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti (compresi salute e ambiente). Così come la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, che, insieme alla storia delle comunità insediate, costituiscono le linee-guida per la pianificazione territoriale dello sviluppo e la crescita del lavoro.