[06/10/2010] News
LIVORNO. Grazie al network Climate Justice Now!, i "Wastepickers" indiani , quelli che prima chiamavamo straccivendoli o rigattieri e oggi invece chiamiamo riciclatori, hanno avuto l'opportunità di intervenire alla sessione di apertura dei Climate change talks dell' United Nations framework convention on climate change (Unfccc) in corso a Tianjin, in Cina.
A dire il vero il tempo concesso alle tre delegate dell' Alliance of Indian Wastepickers (Aiw) per parlare davanti agli incuriositi rappresentati dei governi di tutto il mondo è stato molto poco, solo un minuto, e loro (Baidabai Gaikwad di Pune, Maya Khodave di Nasik e Sushila Sable da Mumbai), hanno mandato alla tribune dell'Unfccc un'emozionatissima Baida che ha denunciato i risultati inaspettati di un progetto di Clean development mechanism (Cdm). Il suo intervento in hindi è stato tradotto in inglese da Maitreyi Shankar (nella foto con Baida). Ve lo proponiamo integralmente così come riportato da Waste Pickers and Climate Change;:
«Parlo a nome di Baida, seduta al mio fianco, che non parla inglese. "Mi chiamo Baida Bai Gaikwad e sono un membro di Kagad Kach Patra Kashtakari Panchayat, un sindacato di riciclatori di Pune, in India, e un membro di Climate Justice Now! Io lavoro come riciclatrice: recupero i materiali riciclabili dalla spazzatura, materiali ai quali nessuno dà più valore. Però il mio riciclaggio riduce le emissioni: significa meno deforestazione, meno miniere e meno energia utilizzata nelle fabbriche. Invece di essere ricompensata per il mio lavoro, mi hanno tolto il lavoro a causa di un inceneritore di residui sostenuto dal Cdm, il quale sta riducendo il riciclaggio e aumentando le emissioni. Come me, molta gente nei Paesi in via di sviluppo ha perso i suoi mezzi di sussistenza a causa dei progetti Cdm. Questa è la realtà al di fuori di queste mura e le conseguenze del fallimento delle politiche al loro interno. Sappiamo che molte Parti hanno fatto un grande sforzio per arrivare ad un accordo, però lo sforzo non è sufficiente. Quello di cui necessitiamo è il coraggio e le soluzioni non sono così lontane. In tutto il mondo, le comunità indigene stanno proteggendo io boschi, i piccoli agricoltori la loro terra e noi, i riciclatori, stiamo riciclando efficacemente. Questo è il nostro modo di vivere. Quando si incontrerà con il vostro? Molte grazie"»
Waste Pickers and Climate Change sottolinea: «Così, dopo aver ascoltato le parole di Baida, ci risiamo: i Paesi sviluppati devono impegnarsi a ridurre fortemente le emissioni, in base alla scienza ed all'equità, con un secondo periodo di accordo subito. Le promesse non sono sufficienti. Le emissioni devono essere ridotte senza ricorrere a lacune e compensazioni, che trasformano in una burla i loro impegni di ridurre le emissioni».
Nel mondo 15 milioni di persone si guadagnano da vivere attraverso la raccolta dei rifiuti. I raccoglitori di rifiuti li recuperano e li riciclano ed allo stesso tempo preservano le risorse naturali e riducono i gas serra. In molti Paesi in via di sviluppo i "raccoglitori-riciclatori" rappresentano una delle soluzioni concrete per la mitigazione del cambiamento climatico e per una gestione dei rifiuti che abbia localmente un senso economico, ecologico e sociale, senza dover per forza importare tecnologie occidentali tarate su un livello di benessere e soprattutto di consumi e su tipologie di merci che si potrebbero evitare, visti i loro risultati nei Paesi ricchi.
Nalini Sheka , coordinatore dell'Alliance of Indian Wastepickers, ha spiegato a Calcutta News la presenza dei rigattieri indiani a Tianji: «Sono lì per condividere le loro esperienze e informare i partecipanti sul loro prezioso contributo alla riduzione dei gas serra così come per spiegare loro le conseguenze del processo Unfccc sugli emarginati in diverse parti del mondo. Dicono al mondo quali siano le soluzioni per il lavoro e ciò che è necessario per continuare ed espandere il lavoro prezioso che svolgono per la società e l'ambiente».