[07/10/2010] News toscana
FIRENZE. La Giunta della Regione Toscana, nel suo giusto impegno per la riduzione della spesa pubblica e degli enti inutili, ha proposto di cominciare a sfoltire tagliandosi un pezzo di cervello. "Lobotomia" si chiama, in linguaggio chirurgico, e di solito questa terapia d'urto non rende il paziente più vispo ed intelligente. La cosa più sorprendente è che ARSIA resti l'unico ente pubblico per cui la giunta propone, nel documento preliminare alla nuova legge di bilancio e alla Finanziaria 2011 approvato il 27 settembre scorso, lo scioglimento. Già a partire dal 31 dicembre 2010.
ARSIA (l'agenzia per l'innovazione e la ricerca in agricoltura) è, invece, una delle poche agenzie pubbliche italiane che si sono conquistate nel tempo e sul campo un indiscusso prestigio nazionale ed europeo. Si deve, infatti, anche al qualificatissimo lavoro di ARSIA il ruolo guida che la Regione Toscana svolge tra le regioni europee nel proporre un'agricoltura di eccellenza, garantita da marchi di qualità, libera da Ogm, in grado di valorizzare il suo patrimonio di biodiversità naturale e gastronomica. A testimoniarlo, gli oltre 400 prodotti tradizionali catalogati in questi anni e lo straordinario sviluppo dell'agricoltura biologica. Un lavoro questo che ha permesso di recuperare varietà zootecniche in via di estinzione, quali la vacca chianina, la maremmana o la cinta senese, tutte carni che riscuotono oggi un formidabile successo di mercato. Ed è sempre grazie al lavoro di ARSIA che, al posto di megacentrali elettriche a biomasse che arricchiscono solo i gestori, si è diffusa una rete di piccoli impianti di teleriscaldamento che fornisce un servizio utile alla popolazione e utilizza le risorse forestali locali creando reddito sul territorio. In particolare, in un settore disastrato come l'agricoltura italiana, ARSIA ha cercato, in tutti questi anni, di accompagnare le imprese agricole toscane di ogni tipo e dimensione nel difficile passaggio verso un modello di azienda multifunzionale, in grado di produrre diverse materie prime, col minimo consumo di acqua e prodotti chimici, di offrire anche servizi energetici o turistici o di tutela di aree naturali e quindi in grado di rispondere con grande flessibilità alla competizione mondiale e alle fluttuazioni dei prezzi di mercato. ARSIA è stata fondamentale per le aziende toscane che hanno scelto il biologico e l'agricoltura sociale: infatti èpunto di riferimento insostituibile, anche a livello nazionale, per le attività di ricerca e divulgazione in questi campi. Perché dunque sciogliere proprio ARSIA? Forse perché è un ente pubblico con troppa autonomia di pensiero?
La decisione, in buona sostanza, ci sembra gravissima per il futuro della Toscana. Per questo chiediamo ai gruppi consiliari regionali, a partire da quelli di maggioranza, di non avallarla.