[25/08/2009] News

L'amministrazione Obama all'attacco. Gli Usa approveranno il Climate bill prima di Copenhagen?

LIVORNO. L'amministrazione Usa di Barack Obama sembra molto preoccupata per lo stallo dei negoziati evidenziato ai recenti Climate change talks di Bonn e sa che questo è dovuto anche alle incertezze sui tempi di approvazione del Climate bill (la legge sul clima presentata dai Democratici) al Senato Usa.

Per dare una spinta in avanti, sia a livello internazionale che americano, sono intervenuti due esponenti importanti del governo Obama: il segretario al commercio Gary Locke e quello all'agricoltura Tom Vilsack, che dopo un breefing sul tema dell'energia alla Casa Bianca, hanno incontrato i giornalisti per sottolineare che i ritardi nell'approvazione della legge potrebbero essere dannosi per gli Usa e che il Climate bill deve essere approvato prima del summit mondiale di Copenhagen a dicembre.

«Pensiamo che sia importante che il presidente possa essere in grado di dire al resto del mondo che l'America è pronta a fare da guida su questo tema» ha detto Vilsack che insieme a Loke ha incontrato anche rappresentanti degli Stati del Midwest e del Mid-Atlantic per sottolineare che l'approvazione della legge sul climate change sarebbe vantaggiosa per le loro economie.

Secondo quanto riporta la Reuters, Locke ha detto che «Molti paesi in via di sviluppo come la Cina, fanno resistenza alla lotta contro il riscaldamento globale, anche se sono grandi emettitori di gas serra. Gli Stati Uniti hanno bisogno di dare un esempio molto fermo e chiara, se vogliamo riuscire ad ottenere che gli altri paesi siano altrettanto aggressivi nell'affrontare il cambiamento climatico».

Vilsack ha messo in guardia governatori e giornalisti contro i ritardi nell'approvazione della legge al Senato dopo che è passata (con emendamenti anche significativi) alla Camera dei rappresentanti. I repubblicani e i democratici eco-scettici a settembre potrebbero far di tutto ritardare la sua approvazione e l'America si presenterebbe "disarmata" a dicembre a Copenhagen. Se sarà approvato dal Congresso Usa, il disegno di legge sul clima permetterà di ridurre entro il 2020 le emissioni di CO2 degli Stati Uniti del 17% rispetto ai livelli del 2005.

«Come facciamo ad essere in grado di far muovere le altre Nazioni nella stessa direzione, se vogliamo andare avanti nelle scelte commerciali e nella lotta all'estremismo - ha chiesto Vilsack -, se non siamo in grado di decidere sul cambiamento climatico, mentre il resto del mondo va avanti?».

La pressione delle lobby petrolifera, dell'agro-industria e degli industriali sui senatori si sta facendo o sempre più forte: chiedono di opporsi alla nuova legge perché farebbe aumentare i costi per i produttori, agricoltori e consumatori, senza garantire vantaggi ambientali.

Ma l'amministrazione Obama risponde con uno studio del dipartimento dell'agricoltura che dimostra come i farmers statunitensi a lungo termine potrebbero aumentare il loro reddito netto dai 10 ai 20 miliardi di dollari e guadagnare più denaro con il carbon market, piantando alberi o cambiando il modo di utilizzo della terra per stoccare più CO2 nel suolo.

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