[11/10/2010] News
LIVORNO. L'Ue conferma che non è stato raggiunto l'obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, anche se sono stati realizzati progressi significativi negli ultimi due anni.
È quanto emerge dalla valutazione dell'attuazione del piano d'azione della Commissione europea per la biodiversità.
Il piano d'azione per la biodiversità è stato avviato nel 2006 e ha contribuito a una migliore comprensione dei fattori che sono all'origine della perdita di biodiversità (tra cui i cambiamenti climatici), della correlazione tra biodiversità e altre attività settoriali e del ruolo cruciale svolto dagli ecosistemi nell'attenuare i cambiamenti climatici e favorire l'adeguamento a tale fenomeno.
Sono stati realizzati circa 150 interventi diversi e una serie di azioni mirate, destinate a invertire il declino delle specie e degli habitat in pericolo.
Per esempio, è stata notevolmente ampliata la rete Natura 2000, che con i suoi 26 mila siti copre attualmente il 18% del territorio dell'Unione europea. Il campo di applicazione del finanziamento Life+ è stato esteso per includervi problematiche più ampie connesse alla biodiversità e per sostenere l'attuazione del piano d'azione per la biodiversità dell'Ue.
Una nuova strategia per l'ambiente marino ha dato impulso a interventi di tutela degli ecosistemi marini e di acqua dolce. E la Commissione ha fissato i criteri che gli Stati membri devono applicare per valutare lo stato ambientale dei loro mari.
Tutti questi insegnamenti saranno fondamentali per il buon esito dei futuri interventi e per conseguire il nuovo obiettivo che l'Ue. Ossia porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici entro il 2020, ripristinarli nei limiti del possibile e, al tempo stesso, intensificare il contributo dell'Ue per scongiurare la perdita di biodiversità a livello mondiale.
L'integrazione delle preoccupazioni relative alla biodiversità e agli ecosistemi nelle altre politiche dell'Ue costituirà il punto di forza della strategia per il periodo successivo al 2010. Le riforme nel settore politici della politica agricola comune, della politica comune della pesca, e dei lavori preparatori per il prossimo periodo di programmazione della politica regionale dell'Ue offriranno buone opportunità sia per ridurre gli impatti negativi sulla biodiversità che per mobilitare risorse destinate a finanziare misure volte a garantirne il ripristino e la conservazione.
Del resto, l'eccessive pressioni esercitate sull'ambiente, in particolare in termini di cambiamento di destinazione d'uso dei terreni, inquinamento, specie invasive e mutamenti climatici, continuano a costituire una grave minaccia per la biodiversità non solo nel territorio europeo ma in tutto il continente.
Infatti, fuori dall'Ue la situazione è ancora più allarmante, perché le pressioni esercitate sulla biodiversità non fanno che aumentare. Per esempio, tra il 12 e il 55% dei gruppi di vertebrati, invertebrati e vegetali selezionati sono minacciati di estinzione a livello mondiale.
La comunità internazionale non è quindi riuscita a raggiungere l'obiettivo globale di ridurre in misura significativa la perdita di biodiversità nel mondo entro il 2010. E dunque nuovi obiettivi globali saranno discussi in occasione della decima conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre a Nagoya, in Giappone.