[11/10/2010] News

Trivellazioni in mare: delineata la strategia Ue

FIRENZE. Il commissario all'Energia dell'Unione europea, Gunther Oettinger, ha delineato al Parlamento europeo le strategie dell'Europa in tema di trivellazioni in mare. Quanto successo in seguito all'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon della Bp nel Golfo del Messico, con tonnellate su tonnellate di petrolio finite in mare, ha risvegliato le coscienze e accelerato i lavori verso nuove norme europee in materia di sicurezza sulle trivellazioni in mare. Si parla di una proposta che arriverà dalla Commissione Ue nella prima metà del 2011.

«Abbiamo ricevuto un'analisi da Bp che rappresenta un'autocritica sufficiente- ha precisato Oettinger- Propone passi volontari di correzione per l'industria e li annuncia concretamente. L'obiettivo è quello di garantire standard di sicurezza di alto livello nelle acque da noi raggiungibili: Atlantico del Nord, Mar Baltico, Mar Mediterraneo, Mar Nero e Atlantico delle coste africane occidentali. Abbiamo sicuramente un'autorità per le nostre acque territoriali dell'Ue, ma cerchiamo di avere un impatto con i nostri standard anche al di fuori. Ad esempio, nel caso della Libia, dove Bp è disposta ad usare gli stessi standard del Mare del Nord, anche se le norme libiche sono diverse».

L'idea di Bruxelles è quindi di una diffusione a livello internazionale degli standard Ue, introducendo un "obbligo volontario" da parte dell'industria europea (Shell, Total e Bp) affinché rispetti gli stessi standard delle acque territoriali, anche nelle acque vicine.

Poi Oettinger ha accennato alle nuove regole comunitarie: «per le future licenze vogliamo verificare innanzitutto che gli elementi di sicurezza rispettino i massimi standard, mentre per gli impianti già esistenti, alcuni di oltre vent'anni e con gli standard dell'epoca, ci sarà un aggiornamento tecnico. Poi c'é la questione dei controlli: qui la rete deve stringere le maglie e frequenza e qualità devono essere migliorati».

Il commissario all'Energia dell'Unione europea concludendo ha toccato anche il tema degli obblighi assicurativi per gli impianti offshore: «Devono essere i più ampi possibili e nel caso di incidenti, bisogna avere le spalle finanziariamente coperte».

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