[12/10/2010] News

Trading in Cruelty a Mauritius: traffico di scimmie per la vivisezione europea

LIVORNO. La British union for the abolition of vivisection (Buav) ha lanciato una campagna internazionale per denunciare lo sconosciuto commercio di scimmie a fini scientifici che vede protagonista quello che è considerato uno dei paradisi turistici e ambientali del mondo: Mauritius. La Buav ha indagato sull'isola-Stato dell'Oceano indiano africano ed ha pubblicato il rapporto  "Trading in Cruelty" per far cessare i maltrattamenti e il commercio di scimmie verso i laboratori stranieri, pubblicando anche un video che documenta una situazione drammatica.

La responsabile della Buav, Michelle Thew, ha chiesto dalle colonne del settimanale Week-end  di Mauritius di firmare una petizione indirizzata al premier dell'isola, Navin Ramgoolam, e a tutte le ambasciate di Mauritius del mondo. Secondo il dossier presentato a Mauritius «l'esportazione delle scimmie nei laboratori europei dà luogo ad ogni sorta di maltrattamento verso i macachi a coda lunga (macaco cinomolgo -  Macaca fasicularis)». Secondo l'Ong britannica questi macachi vengono utilizzati come cavie nella ricerca medica e tossicologica.

 "Trading in Cruelty" sottolinea: «L'isola di Mauritius è un paradiso tropicale. Ricca di vegetazione lussureggiante e circondata dalla barriera corallina, è una destinazione turistica molto importante. Eppure, nascosti all'interno di questo paradiso, la Buav ha scoperto un'attività che infligge grandi sofferenze sui primati non umani, che divide le famiglie, ne imprigiona una parte a vita come "macchine" da allevamento e invia gli altri all'estero, su compagnie aeree come Air France, a soffrire e morire in esperimenti crudeli. I nostri investigatori infiltrati nel network della cattura e della fornitura ha segretamente filmato dei primati all'interno di aziende agricole».

Si sapeva già che Mauritius è uno dei maggiori fornitori al mondo di macachi catturati e nati in cattività, ma l'indagine degli animalisti britannici rivela la crudeltà delle catture in natura delle scimmie per portarle agli allevamenti, che non dovrebbero commerciare animali catturati in natura ed utilizzarli solo come "riproduttori", dal commercio dovrebbero essere esclusi anche gli esemplari "F1 generation monkeys" cioè i figli di genitori catturati in natura.

«Nonostante il divieto dell'importazione nel Regno Unito di primati catturati in natura, l'importazione di F1 generation o "captive-born" è ancora consentita nel Regno Unito per la ricerca. In realtà, Mauritius è il maggiore fornitore d'oltremare dei primati nel Regno Unito» dice l'indagine della Buav  che ha documentato le attività dei campi di cattura delle scimmie selvatiche, la presenza di fattorie "segrete" dove vengono allevate le scimmie, la rete in parte illegale di vendita e trasporto, il crudele destino che aspetta i primati nei laboratori occidentali.

Queste scimmie originarie di Giava non sono considerate indigene a Mauritius e, nonostante siano incluse nell'appendice II della Convention for the trade in endangered species (Cites), vengono ritenuti sull'isola "passiti" e sono tranquillamente uccisi e catturati. Ogni anno partono da Mauritius verso l'Ue ed Israele fino a 10.000 scimmie, in particolare con destinazione Gran Bretagna, Francia e Spagna. Ogni scimmia venduta nell'Ue vale almeno 2.600 sterline. Nel 2008-2009 Mauritius ha fornito oltre 2.700 scimmie alla Gran Bretagna e oltre 7.000 scimmie agli Usa.

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