
[15/10/2010] News
LIVORNO. Il Consiglio ambiente dell'Unione europea si è occupato di temi importantissimi, come la biodiversità, la preparazione delle conferenze mondiali di Nagoya sulla biodiversità e di Cancun sui cambiamenti climatici e degli Ogm, ma l'Italia, a differenza degli altri Paesi, lo ha snobbato. A rappresentare il nostro paese a Lussemburgo c'era infatti il rappresentante permanente aggiunto dell'Italia all'Ue, Vincenzo Grassi (Nella foto), mentre gli altri 26 Paesi dell'Ue hanno inviato quasi tutti i loro ministri dell'ambiente o rappresentanti politici di alto livello. Al summit dei ministri c'erano infatti i tre Commissari europei interessati (Janez Potočnik, John Dalli e Connie Hedegard) e naturalmente i ministri dell' ambiente e del clima del Belgio che ha la presidenza di turno dell'Ue. Erano presenti i ministri dell'ambiente e clima di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia. La Francia ha inviato il ministro dell'ecologia e quello degli affari rurali, la Gran Bretagna era presente con i ministri dell'ambiente e dell'energia, l'Ungheria con i ministri allo sviluppo e infrastrutture e allo sviluppo rurale, Malta con il ministro allo sviluppo rurale e con quello alla cultura. Solo Grecia e Olanda erano rappresentati a livello di Deputy Permanent Representative. Insomma l'unico ministro dell'ambiente di uno Stato "importante" a mancare era Stefania Prestigiacomo e la delegazione di più basso livello politico (senza nulla togliere alla grande esperienza tecnica di Grassi) era quella italiana.
Probabilmente il nostro Paese, che invece oggi si è presentato in forze al Consiglio competitività (mercato interno, industria, ricerca e spazio) con una delegazione composta dal ministro agli affari europei Andrea Ronchi, con il sottosegretario all'educazione, università e ricerca Giuseppe Pizza e con il solito Grassi, ritiene l'ambiente un argomento "spinoso" e non ha voluto esporsi rispetto ai temi internazionali sui quali l'Italia marca distanze dalla maggioranza dei Paesi Ue, soprattutto da quelli più avanzati. Eppure il Consiglio ambiente alla fine ha deciso di non decidere sul tema più controverso: il possibile aumento dal 20 al 30% dei tagli di gas serra. Il comunicato finale del Consiglio, "Analysis of options to move beyond 20% greenhouse gas emission reductions and assessing the risk of carbon leakage" è un capolavoro di quello che si potrebbe definire equilibrismo statico in avanti.
Nelle brevissime conclusioni si legge: «Il Consiglio dell'Unione europea 1. RICORDA le sue conclusioni del 11 giugno 2010, nonché le conclusioni del Consiglio europeo del 17 giugno 2010 e si compiace delle discussioni in corso sulla valutazione delle opzioni strategiche ad oltre le riduzioni di gas serra del 20%. 2. PRENDE ATTO del rapporto della Presidenza sul follow-up della comunicazione "Analysis of options to move beyond 20% greenhouse gas emission reductions and assessing the risk of carbon leakage" e invita la Commissione a elaborare ulteriormente le opzioni, tra le quali quelle contenute nella comunicazione, e a condurre ulteriori analisi sulle conseguenze a livello degli Stati membri, ove opportuno, al fine di presentarle al più presto possibile. 3. RITIENE che la roadmap per un'economia low-carbon sicura e sostenibile entro il 2050, in fase di preparazione da parte della Commissione per sviluppare e attuare ulteriormente una long-term Low Emission Development Strategy, dovrebbe anche informare l'analisi delle opzioni politiche fino al 2020. 4. Decide di proseguire, sotto la direzione strategica del Consiglio europeo, per esaminare le opzioni per andare oltre la riduzione dei gas serra del 20%, per essere pronti a reagire ai negoziati internazionali sul clima in corso e decide di ritornare su questi problemi il più presto possibile in vista del Consiglio europeo di primavera nel 201».
Quindi, da quel che si capisce, l'Ue andrà a Cancun con la proposta-tentazione di fare di più, non crede che in Messico succederà qualcosa e mantiene questo stallo "volenteroso" in previsione della prossima conferenza dell'Unfccc in Sudafrica nel 2011. Cosa ne pensi l'Italia, defilata e di basso profilo è un mistero, così come l'Europa non sa cosa farà l'Italia a Cancun e se almeno lì il nostro ministro si presenterà.