[20/10/2010] News
ROMA. Il tribolato iter del primo impianto eolico offshore nei mari italiani sembrava a buon punto: Il progetto presentato nel 2006 ha terminato il suo iter di valutazione ambientale con il Decreto positivo di Via a fine 2009. L'impianto complessivamente prevede 54 turbine da 3 MW, con la torre più vicina a circa cinque chilometri dalla costa mentre la più lontana sarebbe a otto chilometri. La Valutazione di impatto ambientale (Via) ha prodotto modifiche e miglioramenti al progetto: Ad esempio l'elettrodotto interrato passerà fuori di un Sito di interesse comunitario (Sic) mentre la prima fila di torri è stata allontanata, aumentando la distanza dalla costa dell'impianto e limitandone ulteriormente la visibilità da terra. Invece la Regione Molise, la Provincia di Campobasso e il Comune di Petacciato hanno presentato ricorsi che verranno discussi il 22 ottobre al Consiglio di Stato.
La cosa non va giù né a Legambiente nazionale né a quella del Molise: «Abbiamo riflettuto e deciso di costituirci presso il Consiglio di Stato a fianco del Ministero dell'Ambiente e dell'impresa proponente per difendere le ragioni del progetto di impianto eolico offshore a Termoli».
Secondo Maria Assunta Libertucci, presidente di Legambiente Molise, «La scelta della Regione è evidentemente pregiudiziale e risente delle polemiche spesso strumentali e certamente ascientifiche, nella migliore delle ipotesi, che stanno caratterizzando il dibattito locale sulla produzione di energia da impianto eolico in generale, e in particolare nei confronti di un progetto, quello dell'offshore, che sarebbe altamente innovativo e sicuramente meno impattante della cementificazione che continua a deturpare impunemente il nostro territorio, compromettendolo irreversibilmente, nel totale silenzio di qualsivoglia politico d'assalto».
Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, spiega il perché della netta presa di posizione dell'associazione ambientalista: «A Copenaghen da diversi anni è in funzione un impianto eolico offshore a un chilometro e mezzo dal centro cittadino. Un impianto che permette di produrre energia pulita e che oramai è parte del paesaggio di una città che ha scelto di puntare con successo sulla tutela ambientale e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Ci auguriamo che questo sia il modello al quale guarderà nei prossimi mesi anche il Molise. Sarebbe particolarmente importante che la Regione invertisse finalmente la rotta aprendo ora un confronto sulle Linee guida per gli impianti da fonti rinnovabili che, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale, vanno approvate entro gennaio. Occorre aprire una nuova stagione di programmazione e dialogo, soprattutto in campo ambientale. A stupire è infatti l'insistenza nel combattere il progetto offshore a fronte di una scarsissima attenzione nei confronti della diffusione che hanno avuto, anche con alcuni errori, gli impianti eolici a terra. Da parte nostra ribadiamo la completa disponibilità a collaborare con proposte precise per sviluppare e integrare nel paesaggio molisano, con tecnologie e scelte sostenibili, il solare, l'eolico, gli impianti a biomasse, la geotermia, l'idroelettrico, senza dimenticare che la sostenibilità passa prima di tutto attraverso un'attenta politica di risparmio energetico e che le rinnovabili sono una scelta obbligata per il mantenimento di standard dignitosi di benessere, ma non devono trasformarsi in un'attività predatoria dei territori».