[22/10/2010] News

No trivella day a Lampedusa. Ma รจ a rischio petrolio anche il mare di Pantelleria

LAMPEDUSA (Agrigento). «Ce l'abbiamo fatta! Il primo "No trivella day" delle Pelagie è andato bene!». E' soddisfatta Legambiente Lampedusa che insieme ai Giovani Lampedusa, Askavusa, Alternativa Giovani, Cittadinanza attiva, e Libera Espressione e il Diving center PelagosLibera Espressione e diving center Pelagos ha organizzato la protesta contro la pretesa della Puma petroleum, la filiale della piccola multinazionale australiana Key Petroleum di trivellare 2 pozzi petroliferi offshore a sud delle Pelagie.

«E' servito come segnale forte per iniziare la mobilitazione di tutti i cittadini! Siamo stati tutti bravissimi, bellissimi e colorati», dice Giusi Nicolini di Legambiente che è indaffaratissima a seguire le troupe di Linea Blu che sta facendo riprese nella Riserva naturale e nell'isola per un servizio che dovrebbe andare in onda il 30 ottobre.

Ma intanto Giusi trova il tempo di scrivere per greenreport cosa vorrebbe fare la Key/Puma petroleum al largo di Lampedusa, 2000 ettari circa e delle isole Pelagie, un arcipelago che avrebbe un regime vincolistico che sembrerebbe inattaccabile dalle trivelle australiane: Area marina protetta istituita nel 2002 dal ministero dell'ambiente; Riserva naturale terrestre regionale istituita nel 1996; Sito di importanza comunitaria (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps), istituite ai sensi delle direttiva comunitaria per la protezione di specie ed habitat minacciate di estinzione e della Direttiva Uccelli.

«Eppure - spiega l'esponente del Cigno Verde - ci sono 2 Progetti di ricerca finalizzati all'escavazione di pozzi petroliferi nelle Isole Pelagie approvati dal ministero dello sviluppo economico. Il ministero dell'Ambiente sinora ha rilasciato nel febbraio 2009 soltanto le autorizzazioni ad effettuare le ricerche, mentre ha stabilito che l'escavazione dei pozzi deve essere sottoposta a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. L'estensione delle 2 aree di intervento: una 70.000 e l'altra 71.000, per un totale di oltre 140.000 ettari. I pozzi dovrebbero essere scavati a 2.800 m di profondità! Localizzazione delle aree di intervento: Tutto il fronte sud verso l'Africa e l'area compresa tra Lampedusa e Lampione».

Ma non ci sono solo le isole Pelagie, in Sicilia sono oltre 20 le autorizzazioni rilasciate e tutte le isole minori sono coinvolte. Giusi Nicolini spiega che «A seguito delle proteste scatenate in tutta Italia dalle associazioni ambientaliste, dai Comitati No Triv, dalle popolazioni interessate, il ministro Prestigiacomo ha emesso un decreto entrato in vigore ad agosto 2010, che stabilisce il divieto per le trivelle entro 12 miglia dal perimetro esterno delle aree costiere protette. Però, tale divieto non si estende ai progetti già autorizzati prima, come quelli delle Pelagie, Pantelleria, ecc. e 12 miglia non offrirebbero comunque un margine serio di sicurezza se si pensa al disastro ambientale successo nel Messico. La giunta regionale siciliana del Governo Lombardo, su proposta dell'Assessore al Territorio e Ambiente ha espresso la propria contrarietà ai progetti di trivellazione che interessano le coste e le isole minori della Sicilia. Da ultimo, è stata presentata una mozione al Parlamento Europeo per chiedere la sospensione delle trivellazioni in corso e di quelle che stanno per iniziare».

Intanto l'ultimo rapporto di un'altra compagnia australiana che ha preso di mira il mare tra la Sicilia e l'Africa, l'ADX Energy Limited, riporta le prime stime sulle potenziali risorse dei due campi petroliferi di Lambouka e Dougga su cui ha effettuato nei mesi scorsi le trivellazioni esplorative nello Stretto di Sicilia, appena fuori delle acque territoriali italiane. I risultati sembrano buoni per l'ADX che infatti prevede partire dal 2011, di unire le risorse dei due campi in un 'unica ulteriore operazione di esplorazione e di successivo sfruttamento.

All''ADX Energy Limited sono state rilasciate concessioni esplorative in Tunisia, da Capo Bon fino al limite delle acque territoriali tunisine, e in Italia, a nord e ad ovest di Pantelleria. All'interno queste aree sono stati individuati due giacimenti petroliferi nei campi di ricerca Lambouka e Dougga che si estendono per molte miglia in acque territoriali italiane in direzione sud-est, arrivando fino a 7 miglia circa dall'isola di Pantelleria.

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