[25/10/2010] News

La Francia vende nucleare a Gheddafi in cambio di petrolio (e uranio?)

LIVORNO. Secondo la Reuters «La Francia vuole fare affari con la Libia in settori come l'energia nucleare». Il governo di Parigi, dopo che Berlusconi ha sdoganato Gheddafi nel mondo della finanza europea, non vuole restare indietro rispetto ad altri Paesi e punta al petrolio libico offrendo in cambio tecnologia e carburante nucleare, sicuro che con i reattori Epr affascinerà Muammar ancora più del suo amico Silvio.

Sarkozy in persona aveva già fatto avances nucleari per tentare di conquistare un posto di primo piano all'interno della economia libica dopo che l'ex potenza coloniale italiana aveva tratto il regime dittatoriale del colonnello di tripoli dal ghetto dei Paesi canaglia e dell'embargo americano, una porta aperta nella quale si sono già precipitati Turchia, Corea del Sud e Gran Bretagna, il Paese dell'attentato di Lockerbie che inglesi e americani attribuirono ai servizi segreti di Gheddafi e per il quale il regime di tripoli ha pagato risarcimenti milionari.

A (ri)aprire la strada al nucleare francese è stato il ministro all'Industria Christian Estrosi che è arrivato nella capitale libica a bordo del nuovo aereo passeggeri Airbus, uno del lotto di aerei che ha acquistato la compagnia statale Libyan Airlines. Estrosi ha firmato un accordo di cooperazione commerciale con il primo ministro libico Al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi ed ha detto di augurarsi che l'accordo «Ci permetterà di avere una comprensione più stretta tra la Libia e l'Unione europea. Questo accordo porterà ad una cooperazione strategica con la Libia in materia di trasporti, salute, edilizia, petrolio e gas e uso pacifico dell'energia nucleare».

Come nella Libia l'uso del nucleare sia diventato improvvisamente pacifico, quando solo pochi anni fa lo stesso regime con lo stesso dittatore al comando veniva bombardato perché accusato di voler costruire armi chimiche e nucleari di distruzione di massa e per aver avviato (vedi cartina allegata) un programma nucleare con l'aiuto di sovietici e giapponesi, è un altro dei misteri della geopolitica internazionale, nella quale basta spostarsi di un metro per essere accolto in un nuovo campo, magari mantenendo gli stessi proclami incendiari e lo stesso regime oppressivo e gli stessi servizi segreti con licenza di uccidere, come ha fatto tranquillamente Gheddafi.

E' bastato che nel 2004 Muammar Gheddafi dicesse che la Libia rinunciava a realizzare armi illegali e perché l'embargo cessasse, dopo 6 anni si discute di come fare a fornirgli tecnologie che potrebbero permettere di costruire quelle stesse armi, quelle stesse tecnologie smantellate più o meno 6 anni fa, ma che non si vorrebbe concedere ad altri Paesi che non hanno passato la linea dei "buoni".

Estrosi non ha fornito dettagli sul tipo di cooperazione nucleare che la Francia avrà con la Libia, ma si sa che sarà come sempre Areva a giocare il ruolo principale, visto la sua posizione di leader nel mercato internazionale della costruzione dei reattori, anche se la presenza in Libia dei sudcoreani fa correre lungo la schiena del governo di centro-destra di Parigi il brivido di una possibile fregatura come quella che gli asiatici hanno affibbiato al consorzio guidato da Areva nella gara per costruire i primi reattori nucleari negli Emirati Arabi Uniti.

Oltre che al petrolio i francesi puntano probabilmente anche ai giacimenti di uranio che potrebbero esserci nel Sahara libico, magari intorno al deposito di yellowcake di Sebha che insieme alla fabbrica "farmaceutica" ed alla base militare di quell'oasi, un'area vicino al confine col Ciad che ai tempi di Reagan era uno degli obiettivi degli attacchi militari statunitensi contro le armi di distruzione di massa e i rifornimenti nucleari della Libia

Intanto i grossi investitori francesi stanno arrivando in Libia e la Total è già il principale operatore in due campi petroliferi e ha diversi progetti di esplorazione di idrocarburi, ma quello che più ha fatto suonare il campanello nucleare è l'acquisto di quote della Libya's Sahara bank nel 2007 da parte della Bnp Paribas, guarda caso la banca che al mondo finanzia di più il nucleare e sempre con garanzie "blindate" da parte dello Stato francese.

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